300 usato da Alleanza Nazionale
So, was 300 a fascist comic book/movie? Well, Alleanza Nazionale. an Italian political party formed from the collapse of the neo fascist party MSI (with just a dash of right wing elements of the Christian Democracy party) seem to enjoy it. Here's a poster for candidate Andrea De Priamo." (Rich Johnston, "Frank Politics", (Comic Book Resources, 04 febbraio 2008)
300 usato da Azione Studentesca
Another use of "300" artwork when advertising very-right-wing political parties in Italy... Couldn't Frank Miller be Governor Huckabee's running mate? (Rich Johnston, Comic Book Resources, 11 febbraio 2008)
Grazie a Matteo per la doppia segnalazione.
Immagini già proposte su Giap:
#1 - #2 - #3 - #4

Giap #22/23, VIIIa serie - Marcire al passo dell'oca - maggio 2008, terza settimana


EDITORIALE

0. Marcire al passo dell'oca
Appunti dal Paese Semplice

ARREMBAGGI


1. Stella del mattino

2. E' on line Pontiac, storia di una rivolta, il nostro audiolibro

NEW ITALIAN EPIC


3. New Italian Epic: tempesta forza 5
(Prime postille, pseudo-obiezioni, link, l'audio della conferenza al MIT, una sciocchezza al volo)

PROSSIME USCITE & ALTRI ARREMBAGGI


4. Grand River, in libreria dal 18 giugno

5. Album degli Switters, "comizio" di Wu Ming 1
6. Storytelling, di Luca Muchetti, un libro importante
7. Appuntamenti e varie
(Premio Salgari, Trailers Film Festival, Librinchiostro, Francia, 54 e GAU in tascabile)


EDITORIALE
Gente sempliceMARCIRE AL PASSO DELL'OCA
Appunti dal Paese Semplice

Alla fine il Paese Semplice è arrivato.
Anzi, meglio, il Paese Semplificato. Chi si auspicava questo esito ha il diritto di festeggiare. Non importa quale schieramento si sia sostenuto, e infatti sono in tanti a rallegrarsi per la fine delle contrapposizioni frontali: si saluta una nuova stagione, non avrà più spazio la "demonizzazione" dell'avversario politico.
Con ritrovata serenità si marcia sui campi nomadi, semplici molotov vengono tirate in svariate regioni da nord a sud. Si annunciano sereni e pacati pogrom. La fiammella accesa mesi addietro con link l'appello "Il Triangolo Nero" non poteva che essere profetica, e non consola il constatarlo né l'avere intuito che etc.
Cazzotti sciolti, calcioni in libertà, rilassati pestaggi nazisti lasciano morto un ragazzo per strada a Verona. Codino di merda, chi cazzo sei? Ti ammazzo.
Semplici adolescenti dell'estremo sud si rompono i coglioni di una loro amichetta? Ti cancello e ti butto in un pozzo.
Semplificare.
L'immondizia di Napoli deve scomparire. In che modo? Per finire dove? Non è il caso di complicare le cose, per favore badiamo al sodo. E i clandestini? Sono un problema e vanno eliminati.
Si apre una nuova stagione. Stagione lunga, che ha davanti a sé il tempo di lustri e generazioni. La contingenza non può più essere la priorità.
L'emergenza è finita.

La zona dove abito verrà presto chiusa alle auto.
Un mese fa su vetrine, muri e parabrezza del quartiere sono comparsi i cartelli, "No alla pedonalizzazione".
L'altra sera il comitato del No ha convocato un’assemblea per decidere che fare.
Ci sono andato. Ho alzato la mano e ho spiegato che a me la zona pedonale piace, anche se ho due bimbi piccoli e spesso girare in auto mi diventa necessario.
Mi hanno ascoltato per un minuto, incapaci di capire se fossi lì per sfotterli oppure per sbaglio. Poi un signore garbato mi ha interrotto e mi ha spiegato che quella non era una riunione per confrontarsi, ma per decidere come contestare il provvedimento.
Allora mi sono scusato e ho chiesto se la riunione di confronto l'avessero già fatta o messa in programma, perché ci tenevo davvero a spiegare le mie ragioni.
Mi ha risposto una signora, scandendo le parole come si fa con gli stranieri.
- Noi siamo già contrari. A che ci serve parlarne ancora?

Prima Regola: eliminare il dubbio. Il Paese Semplice è un paese a priori.

Uscito dalla riunione, sulla strada di casa, passo davanti ai tavolini di un bar e inciampo in una frase, buttata in mezzo al portico da una ragazza giovane, segni particolari nessuno.
- Certo, - dice con il tono di chi fa una concessione - però gli zingari sono zingari.

Seconda Regola: ridurre il mondo a verità necessarie. X è sempre uguale a X. Il Paese Semplice ammette solo identità.

reductio ad hitlerumAscolto spesso i discorsi del prossimo. In treno, se non ho un paio di cuffie da infilarmi nelle orecchie, sono incapace di leggere, troppo attento a quel che dicono i vicini. A volte mi faccio contagiare anch'io dalla voglia di semplicità. Immagino di essere un agente segreto, assoldato per schedare i responsabili di determinate frasi in stile Borghezio. A seconda del sogno, le persone che segnalo vengono poi deportate in Libia oppure private del diritto di voto. Lo so che non va bene, e infatti mi sveglio, mi schiaffeggio e poi rido della contraddizione: deportare i razzisti o convincerli con la forza.
Il problema è che altri fanno sogni peggiori e non si svegliano affatto.
Ti ammazzano di botte perché hai il codino e non offri una sigaretta.
Ti buttano in un pozzo perché forse sei incinta e gli incasini la vita.
Ti bruciano la casa perché sei rom, o romeno, insomma, quella roba lì.
Tutto pur di restare in pace, al sicuro, lontano dal conflitto.
Una ragazza mi supera a passo veloce. Discute con un amico, forse il fidanzato.
- Che poi i dati delle questure parlano chiaro:link non risulta che un bambino sia mai stato rapito dagli zingari. E' una leggenda metropolitana.
Mi metto a correre, la raggiungo, le stringo la mano e prima che il tipo mi metta le mani addosso, sono più o meno in ginocchio che la ringrazio e le chiedo se per caso non ha voglia di andare a parlare con un'altra ragazza, seduta al bar pochi metri più indietro.
Poi arrivo a casa e c’è la tivù accesa sul programma di Santoro.
Castelli, Lega Nord, messo alle strette sulla questione clandestini, si agita.
- La gente ci ha votato per questo - taglia corto - e noi andremo avanti.

Terza Regola: eliminare le minoranze. Nel Paese Semplice democrazia fa rima con maggioranza.

A seguire parte un servizio, credo girato in Romagna, credo per dimostrare che anche i bonari comunisti d'antan non ne possono più degli stranieri. Forse vale la pena ricordare che in provincia di Bologna il giornale più venduto è sempre stato il Resto del Carlino, anche quando il direttore era un entusiasta della Repubblica di Salò. E l’espressione maruchèin (marocchino = meridionale) non è mai stata un complimento, da queste parti.
Intervistano un tizio che con l'aria dell'illuminista sostiene:
- Quelli che lavorano è giusto che restino. Ma i clandestini no, quelli fuori.
Milioni di italiani, di destra o di sinistra, sottoscriverebbero una frase del genere, sentendosi più o meno nipotini di Voltaire.
Se capisco bene, l'uomo che la pronuncia è appena uscito da una fabbrica. Lavora lì insieme a molti stranieri, in gran parte senza permesso di soggiorno. Solo che nella sua cornice mentale clandestino significa "senza lavoro" e non è disposto a modificarla nemmeno davanti ai fatti. D’altra parte qualunque teoria può essere difesa dall’attacco della realtà. Copernico rigettò il sistema tolemaico non perché non riuscisse a spiegare nuovi fenomeni, ma perché per farlo aveva bisogno di calcoli troppo complessi. Il problema non è la scomparsa dei fatti, ma l'uso di un linguaggio allo stesso tempo troppo semplice e troppo oscuro per poterli descrivere.

Quarta Regola: eliminare le informazioni. Il Paese Semplice ammette solo tautologie.

Ci sono leggi che si scrivono per sancire l'illegalità, l'arbitrio, l'assenza di diritto.
L'attuale legislazione italiana in materia di immigrazione dai paesi extra-comunitari (promulgata da un governo di centrodestra e lasciata tale e quale dal governo di centrosinistra) è un caso paradigmatico.
La legge Bossi-Fini stabilisce che per ottenere un permesso di soggiorno è necessario avere un contratto di lavoro. Ma per avere un contratto è inevitabile... venire in Italia. Ovvero entrare clandestinamente, trovare un datore di lavoro disponibile, il quale spedirà una formale richiesta di assunzione all'ambasciata italiana nel paese d'origine, fingendo di non avere già in organico il lavoratore (in nero). Il quale lavoratore dovrà poi tornare al suo paese a proprie spese, fingere a sua volta di non essere mai entrato clandestinamente in Italia, presentarsi all'ambasciata italiana per ottenere i documenti e quindi rientrare in Italia da regolare.
Che l'iter sia questo lo sanno anche i sassi, ma tutti, dai legislatori alle autorità preposte al personale diplomatico, fino ai diretti interessati, fanno finta di niente. Nessuno affiderebbe la cura dei propri anziani o della propria casa a un estraneo, che in teoria dovrebbe vivere a Kiev, a Bucarest o a Manila. Vogliamo parlarci, vederla in faccia, la persona che cambierà il pannolone a nostra nonna, sapere qualcosa di lei, prima di assumerla, metterla in regola (ammesso che si sia disposti a farlo). E possiamo scommettere che anche l'impresa edile che ci ristruttura casa non ha assunto il muratore rumeno sulla parola, scegliendolo da una lista di collocamento internazionale.
Piccolo spazio pubblicitàCi sono leggi "contro la clandestinità" che si fanno per favorire la clandestinità.
Il dipendente perfetto è quello che deve al proprio datore di lavoro la garanzia di non essere sbattuto in un CPT, quello sottoposto al doppio ricatto di perdere il lavoro ed essere espulso oltre frontiera.
Ci sono leggi che sembrano paradossali, ma in realtà rispondono a una logica ferrea. Quella dell'esclusione per poter includere al minor costo possibile. Quella del profitto spacciato per sicurezza. La stessa logica che porta a gridare "padroni a casa nostra" mentre si appoggiano operazioni di guerra in casa d'altri.
Quelli che per ultimi in Europa si sono sbarazzati di un regime fascista e ne hanno ancora fresca memoria se ne sono accorti che l'Italia sta marcendo al passo dell'oca (no, non è un refuso, marciare è troppa fatica) e ce lo dicono in faccia. Gli spagnoli non ci vanno certo teneri con gli immigrati, men che meno con i clandestini, ma in Spagna non si respira l'aria pesante che asfissia il Paese Semplice, togliendoci l'ossigeno necessario a riconoscere le cose e chiamarle con il loro nome. Colpa dei miasmi della spazzatura, dei gas di scarico, dell'odore di benzina bruciata.
Per onorare le promesse elettorali si è appena istituito un Commissario straordinario ai rom. Le istituzioni si occuperanno degli zingari. Non di cittadini italiani o stranieri, ma di un'etnia. E' un bel salto di qualità, un passo in avanti nella storia a ritroso di questo paese e di questo continente. E possiamo stare certi che ci sarà sempre qualcuno disposto a discuterne... pacatamente, serenamente.


ARREMBAGGI
STELLA DEL MATTINO

Grazie a tutti quelli che hanno già comprato Stella del mattino. Grazie a chi ha visitato link il blog del libro, a chi ha lasciato commenti, a chi non li ha lasciati. Grazie a chi lo ha recensito o segnalato, grazie a chi sta attivando il passaparola. Grazie a chi ha deciso di andare a Oxford a girare il booktrailer (tu che leggi sai chi sei, almeno crediamo).

Secondo le nostre difettose stime il libro - uscito esattamente venti giorni fa - è già sulle 5000 di venduto, senza che sulla stampa sia uscita una sola recensione che potesse dirsi tale, un solo pezzo che entrasse nel merito del libro.

Facciamo i conti: un estratto di capitolo apparso su un quotidiano (molto efficace, ma affiancato da link una colonnina piena di errori macroscopici che link ci è toccato demolire), un trafiletto su un mensile, una decente intervista su un settimanale e un'altra sulla stampa locale. Poco altro.

La vera risorsa - e c'è poco da stupirsi - è la rete. E' in rete che abbiamo letto le cose più dense, partecipate, significative su questo libro. Sul blog stiamo cercando di segnalare e documentare tutto. Stella del mattino come libro sentimentale e "femminile". Stella del mattino come indagine sulle Muse e l'ispirazione. Stella del mattino come allegoria del post-Genova. Et cetera.

Questo libro, lo abbiamo già detto, è per noi molto importante. Non è "solo" un romanzo solista di Wu Ming 4. E' il libro a cui l'intero collettivo ha affidato profonde riflessioni sul proprio (link e non soltanto proprio) percorso, e ha un ruolo di "ponte" tra romanzi solisti e romanzi collettivi. Qualcuno lo ha già fatto notare: è il romanzo solista più affine a quelli collettivi. E' palesemente collegato a Q, 54 e Manituana, anche se è meno "d'azione" e più roman philosophique.

Ed è un libro complesso. Sappiamo che la sua ricezione, l'amore che potrà suscitare, avrà un respiro quieto e lungo. E chi ha fretta? Noi siamo qui.

IL NOSTRO AUDIOLIBRO
Il nostro primo audiolibro
PONTIAC, STORIA DI UNA RIVOLTA. IL NOSTRO AUDIOLIBRO



E' on line Pontiac, storia di una rivolta, il nostro primo audiolibro.
Lo potete scaricare all'indirizzo: link www.pontiac.manituana.com

Dentro ci trovate:

- Il libro illustrato di 46 pagine, in formato PDF, con 12 testi inediti di Wu Ming 2 e 12 disegni altrettanto inediti di Giuseppe Camuncoli & Stefano Landini.

- L'album con 12 tracce, in formato .mp3, suonate e composte da Federico Oppi, Paul Pieretto, Stefano Pilia, Egle Sommacal. Le voci che leggono i testi sono di Wu Ming 2 + Daniele Bergonzi & Andrea Giovannucci (aka i due frontmen della Compagnia Fantasma).

Se lo volete gratis, ve lo regaliamo.
Se volete darci un contributo, potete farlo con PayPal.
O magari, potete chiamarci a raccontarlo nella vostra città, da qui all'autunno.

Pontiac infatti nasce come spettacolo, una lettura-concerto che abbiamo suonato in una dozzina di piazze, festival, circoli, teatri. E' stato il pubblico a convincerci che valeva la pena lasciarne una traccia più duratura.
Pontiac nasce da Manituana, ma racconta una storia a sé, che puoi seguire senza conoscere le vicende del romanzo.
E' la storia di una rivolta di nazioni indiane, dodici anni prima della Rivoluzione Americana, nel 1763.
E' una storia di tribù clandestine e senza diritti. Di un'alleanza che scavalca miglia e linguaggi, per chiedere dignità.
Perché Pontiac nasce adesso e adesso racconta.

Anche quando adesso diventerà domani.

Questo, se volete metterlo da qualche parte, è il banner.




Pontiac continua a girare l'Italia. Per vederlo dal vivo, link informazioni qui.

NEW ITALIAN EPIC: LA GRANDE DISCUSSIONE

Vedi nota ***NEW ITALIAN EPIC: TEMPESTA FORZA 5

di Wu Ming 1


"La gente prima nega un'idea, poi la svilisce, poi decide che la si sapeva da tempo."
Wilhelm von Humboldt


"Ho sognato una tempesta concettuale forza cinque che soffiava sulla realtà devastata."
Jean Baudrillard


Il 23 aprile scorso* ho pubblicato su questo sito un memorandum intitolato link New Italian Epic.
E' trascorso un nonnulla, ma la discussione ha già prodotto molti interventi e contributi.
Un buon punto di partenza per seguire quel che si dice è link la sezione tematica "New Italian Epic" di Carmilla on line. Tra i colleghi scrittori intervenuti finora, in ordine sparso: Carlo Lucarelli, Valerio Evangelisti, Antonio Scurati, Girolamo De Michele, R. S. Blackswift, Alessandro Bertante, Valter Binaghi.

Il mio testo ha ogni difetto che possiamo metterci in testa di trovare: è troppo breve; è troppo lungo; avrei potuto fare altri esempi; avrei potuto spiegare meglio certi passaggi; gli ultimi due paragrafi ("A, B e C" e "Presto o tardi") hanno formulazioni ancora imprecise, talvolte confuse. Sovente ho preso la scorciatoia della metafora - anzi, del concatenamento di metafore - sperando di fare almeno intuire al lettore in che direzione mi stessi muovendo. Ho sacrificato il nitore all'urgenza. Non sono stato all'altezza di queste indicazioni di Mario Tronti:

"La scrittura [...] è un corpo a corpo diretto con la storia, dove la cultura è mediazione tra parola e idea, e i [testi] sono armi, armi della critica, che devi imparare a usare bene, chiaro il bersaglio, precisa la mira, freddo l'occhio, calda la mano." (M. Tronti et al., Politica e destino, Sossella, Roma 2006, pag. 23).

Tuttavia, ho inteso quel testo come un primo tentativo, un contributo alla discussione. Appunti, problemi, suggerimenti. Per questo l'ho chiamato "memorandum". Percepivo una lacuna - diavolo, una voragine! - nella riflessione su quanto si scrive oggi in Italia. Sentivo una "parentela" tra opere dalle manifestazioni formali molto diverse, e verificavo sempre più spesso che l'impressione non era solo mia. Così ci ho provato. Se il testo non è abbastanza chiaro, colpa mia. Ma quand'anche la mia spiegazione si rivelasse infondata o inutile, credo che l'affinità ci sia e vada spiegata.
Colmare i buchi che ho lasciato nel testo (per inabilità o per scelta) deve essere un lavoro comunitario. Il codice-sorgente è lì, discutiamo insieme di come migliorare il programma.

Ovviamente non sono mancati - né mancheranno, anzi, è solo l'inizio - tentativi di messa in ridicolo, fraintendimenti strumentali, riassuntini capziosi culminanti in frecciatelle. Undici volte su dieci, gli autori di queste "critiche" non hanno letto il saggio, lo si capisce dalla natura delle "obiezioni". Queste ultime possono essere raccolte in quattro gruppi [cliccate sul simboletto, c'è pure la versione audio]:

I) "Wu Ming 1 pretende che d'ora in poi gli autori scrivano come vuole lui".
A dire il vero, il memorandum indaga i tratti comuni di un determinato insieme di opere già esistenti, scritte negli ultimi quindici anni. Se scrivo un testo sui monumenti equestri, solo un minus può pensare che io stia negando a chicchessìa il diritto di scolpire altro **.

II) "L'argomentazione non sta in piedi perché gli autori citati non valgono un cazzo, e comunque i loro libri non hanno niente di epico [segue esempio di libro presuntamente di merda scritto dall'autore X]".
A parte il de gustibus, che è comunque d'obbligo, il memorandum parla di opere, mica di autori. E questa cosa è spiegata, ehm, a prova di idiota:"Se un'espressione discutibile e discutenda come 'New Italian Epic' ha un merito, è quello di produrre una sorta di campo elettrostatico e attirare a sé opere in apparenza difformi, ma che hanno affinità profonde. Ho scritto 'opere', non 'autori', perché il New Italian Epic riguarda più le prime dei secondi. Difatti, ciascuno di questi autori ha scritto - e scrive - anche libri che non rientrano nella definizione." (pag. 3 della versione PDF)

III) "Non c'è nulla di nuovo, queste cose sono in giro da anni".
Infatti. E' quel che dico. Nemmeno il sottotitolo si sono andati a leggere, 'sti cialtroni. "Memorandum 1993-2008".

IV) "Uno scrittore non può scrivere di un fenomeno o movimento del quale dichiara di far parte". Oppure/anzi: "Uno scrittore non dovrebbe fare il critico".
Strana regola, quella che conosce soltanto eccezioni. Assioma curioso, quello che viene contraddetto lungo tutta la storia della letteratura da Esiodo in avanti. Capisco bene che, come dice un collega, "oggi viviamo a sguardo basso" e non c'è più senso del passato, però minchia, qui s'esagera.

vedi nota ***Ma chi è che si produce e produrrà in tali non-obiezioni?
Messi da parte i "casi umani" tormentati da rancori di varia origine (categoria che predilige le "obiezioni" del tipo I e II), a provare il vero fastidio sarà sempre più la casta dei mediatori: Critici nientisti***, baroni dell'après moi le deluge, scrittori merdaioli, grandi firme del gossip culturale... Costoro, ne sono sicuro, si concentreranno sulle obiezioni III e - specialmente - IV, perché quella che paventano e patiscono è la disintermediazione, il rapporto diretto autore-lettore, il fatto che si possa fare a meno di loro. Tanta gente fa già a meno di loro.
Il che non significa che si possa fare a meno della critica. Questo è impossibile. Si può però - e si deve - link fare a meno di questi critici, sempre più staccati dai processi reali e sempre più nolenti di spiegare quel che accade.
Tanto per capirci: su un noto quotidiano un esponente della casta si è prodotto in un articoletto spocchioso, farcito di citazioni dal memorandum, come per dimostrare che lo aveva letto.
Guarda il caso, però, erano tutte frasi provenienti dalle prime quattro pagine (su 18 complessive). Uhm...
Poi uno legge, e non trova il minimo cenno a quanto effettivamente argomentato nel testo dopo pag.4, soltanto la critica di una delle premesse. Doppio uhm...
E che critica, poi... Il contenuto del paragrafo intitolato "La tradizione" veniva totalmente stravolto per farmi dire il contrario di quanto sostengo e rinfacciarmi una pretesa di "nuovismo" del tutto assente dal testo.
Il livello, insomma, è basso****.

Per fortuna, la discussione vera è parecchio interessante e stimolante. Come detto sopra, la migliore "rampa di lancio" per seguirla è link su Carmilla [ultimo testo in ordine di tempo: "Afferrare Proteo", di Girolamo De Michele], ma qui di seguito fornisco alcuni link, nell'ordine in cui mi vengono in mente.

Il blogger e scrittore Sergio Antonio Paoli mi ha intervistato e dato l'occasione di precisare, approfondire, fare ulteriori esempi. link La conversazione è qui.

Una discussione molto intrigante (e densa) è in corso da due settimane link sul sito di Scrittura Industriale Collettiva.

Lo scrittore Antonio Scurati è intervenuto sul New Italian Epic alla trasmissione Fahreneit di Radio 3, condotta da Marino Sinibaldi. link L'mp3 si trova qui.

Lo scrittore Valter Binaghi link ha detto la sua sul suo blog. Ritengo importante segnalare queste note, perché il catto-tradizionalista Binaghi (ideologicamente distantissimo da me e dalla maggior parte degli intervenuti nel dibattito) è tra i pochi ad avere espresso in pubblico riserve sul memorandum (o almeno su alcuni passaggi) avendolo letto davvero. Binaghi è entrato nel merito del testo e si è sforzato di farci i conti, con esiti che tutti potranno valutare.

E qui, alla buon'ora, c'è l'audio della mia conferenza al MIT, 2 aprile 2008. Il sottotitolo era meraviglioso: "Del come e del perché un gruppo di scrittori chiamato Wu Ming si sia impegnato a perturbare la letteratura e la cultura pop italiana, anzi, europea, per poi venire a Boston a vantarsene". Introduce Henry Jenkins.


New Italian Epic logoNOTE

* Data non scelta a caso: era il ventennale dell'uscita di The Dark Side of the Moon dalla "Top 200" di Billboard, dopo ben quattordici anni di presenza.

** Di tutte le arti, mi è venuta in mente la scultura perché link è morto Pietro Cascella. Una vita di lavoro e opere, e la prima cosa che si perita di dirci Il Giornale è che il defunto era amico di Sandro Bondi.
[N.B. E' mia ferma opinione che le perversioni personali dell'artista non inficino la qualità delle sue opere.]

*** "I giapponesi stanno in fila lungo Piazza dei Miracoli. In cima alla fila, arrivano due a due, si fotografano a vicenda. Un gioco di prospettiva li mostra a sorreggere la Torre. Uno dopo l'altro ridacchiano, simulano lo sforzo, ridacchiano, accorrono in piazza a centinaia, ridacchiano, tutti i giorni. Non sanno che la Torre è il campanile del Duomo, non si curano del Duomo, non si curano di niente. Non sanno quando fu costruita la Torre e perché. Non li vedi in altre parti di Pisa. Arrivano da Firenze, scattano la foto, ripartono. Ridacchiano.
[...] in Italia non c'è niente, non si scrive niente, nessuno scrive, questa è la linea!, obbediscano gli schiavi, non c'è niente! Nessuno osi dire che in Italia si scrivono romanzi potenti, è IM-POS-SI-BI-LE!, all'estero si sbagliano tutti, NON sta succedendo! Nessuno osi alzarsi in piedi o verrà impallinato. La lamentela è obbligatoria e imposta dall'alto. Tutto è finito, nulla cominci più, si canti solo la chanson égocentrique del fascismo nientista: 'Non c'è niente / Non c'è niente / Non c'è niente
[...]
La letteratura italiana è Piazza dei Miracoli. La Torre è la coppia Pasolini-Calvino, e pende sulla 'fine del romanzo'. I giapponesi sono i nientisti. Sfruttano un gioco di prospettive, simulano un impegno, uno sforzo, fingono di sorreggere il ricordo di una grande stagione. Non sanno perché fu grande, non sanno quando e perché è finita, se è finita, non sanno di cosa fece parte, perché rifiutano di capire quel che è seguito e segue. Arrivano, si mettono in fila, dicono la cazzata, non li vedi in nessun'altra via o piazza della letteratura, la sera sono già via." (Wu Ming 1, link Recensione de L'anno luce di Giuseppe Genna, Nandropausa #9, 12 dicembre 2005).
E ancora: "In Italia, oggi, mostrarsi apocalittici è una strategia per rimanere integrati. Dire che è finito tutto ('fine del romanzo', 'fine della letteratura' etc.) o quasi (perché resiste un 'manipulo di eroi' che "cumbatteno lu cancro de lu best seller") serve ad avere spazio su giornali e riviste, mantenere posizioni nell'accademia, riaffermare un potere vieppiù minacciato dai cambiamenti. Questi anni sono saturi di lamentazioni, anatemi, nostalgie del bel tempo che fu [...] Decani e sotto-decani della critica hanno abdicato alla loro funzione - capire il mondo studiando i modi di raccontarlo - e hanno messo il cuore in freezer. L'unica risposta sensata è una pernacchia." (Wu Ming 1, link Recensione del sito satirico VMO, 27 settembre 2005).

**** Per non parlare di link questa roba qua, un monumento asinestre alla superficialità e alla fretta di dire la propria
amichevolmente.
UPDATE 23/05. C'è anche un bel P.S. a labbro tremulo: "Maestraaaaa, mi hanno dato un coppino!" Ma per favore, dài, un minimo di serietà... Uno non chiede mica tanto, eh: giusto un minimo.

Parlando di pantereUNA SCIOCCHEZZA AL VOLO

Una sciocchezza al volo: che io sappia, non c'è stato bisogno di esaminare il DNA per sapere che la pantera nera è "un leopardo nato senza chiazze gialle". Non so come classificasse Linneo, ma io (vado a memoria), credo di averlo imparato già nei romanzi di Salgari. E comunque gli esemplari neri dei grandi felini, soprattutto appunto del leopardo, vengono selezionati da secoli per la loro bellezza: e gli allevatori avranno ben visto che il colore nero è semplicemente un estremo della variabilità della specie. La parola "pantera" peraltro indica un genere, e non una specie: genere che comprende tigre, leone, giaguaro, leopardo e leopardo delle nevi. [G.M., 16/05/08]

[WM1:] Hai ragione, quella frase esprime male il concetto che avevo in mente, l'ho presa di pacca dalla conferenza alla McGill e non ci ho lavorato sopra abbastanza. Ho scritto che "il DNA ha provato oltre ogni ragionevole dubbio", non che ha scoperto ex novo, e forse avrei dovuto usare il presente anziché il passato prossimo, ma il problema è che quanto segue è mal formulato. Intendevo dire che nonostante nel linguaggio e nella percezione comune, per via delle sembianze, una pantera nera sia una "entità" o "idea" diversa da quella del leopardo [o giaguaro], noi abbiamo le prove che di leopardo [o giaguaro] si tratta [variante melanica nell'una o nell'altra specie], e le prove stanno nella genetica. Il contesto è quello della necessità di andare sotto la superficie per tornare a percepire insieme enti convenzionalmente disgiunti e percepire disgiunti enti convenzionalmente tenuti insieme. Ho scelto l'esempio per via della sua icasticità, ma avrei dovuto essere più preciso nei riferimenti e mettere semmai una nota a pie' di pagina sulla rivoluzione tassonomica che gli studi sul genoma stanno determinando. Metterò una rettifica nelle "postille" al saggio che prima o poi dovrò scrivere, intanto grazie.

PROSSIME USCITE & ALTRI ARREMBAGGI
Il libro sul pellegrinaggio canadeseGRAND RIVER, IN LIBRERIA DAL 18 GIUGNO

In Canada c'è una statua di bronzo. La statua di Joseph Brant, grande capo indiano. Il bronzo viene dai cannoni che a Waterloo sconfissero l'armée di Napoleone, grande capo francese.

In Italia c'è un collettivo di scrittori con un nome cinese che ha scritto un romanzo sulla Rivoluzione americana. Nel romanzo c'è anche il capo indiano. Quello della statua.

"Gone west", in slang britannico, significa "morto". Eppure eccomi qui.


Fase calante di un'estate rancida, nel mezzo di un paese guasto. Mettersi in viaggio è il miglior cardiotonico. Mettersi in viaggio allontana la tristezza. Mettersi in viaggio evita il peggio per il rotto della cuffia. Ogni volta che lo afferra la voglia di sparare ai passanti dal balcone, Wu Ming decide: tempo di partire. Lo scrittore coglie al balzo una palla da lacrosse e si proietta in Canada.

Quebec, Ontario, British Columbia. L'America francese, anglosassone, indiana, l'America che non è Stati Uniti, patria di un multiculturalismo che brilla e scintilla ma mostra la corda. Un mese di visioni e pellegrinaggi, tra passato e futuro, vestiti pesanti di pioggia, piedi che affondano nella melma della Storia o battono le terre dure delle riserve, sulle tracce di Joseph Brant e sua sorella Molly.

Una storia di tanti anni fa: Joseph e Molly, guide della nazione mohawk, nemici della rivoluzione americana, ancora odiati nel paese delle stelle-e-strisce, omaggiati ma avvolti di oblio nel paese della foglia d'acero.

Da Montreal alla sonnacchiosa Québec, dall'arcipelago delle Mille Isole alla riserva di Six Nations, da Brantford a Vancouver (dove tutto è di più) si allunga la "via francigena" di Wu Ming, tra inukshuk e chitarre elettriche, caffè lunghi e fucili ad avancarica, lacrime e risate, totem e tabù.

Un libro per chi ha amato Manituana, e per chi non ne ha mai sentito parlare.

Tratto dagli appunti di viaggio di Wu Ming 3 e Wu Ming 5.
Rizzoli 24/7 Stranger, 18 giugno.

CURRENT TRENDS IN THE CONTEMPORARY ITALIAN MUSIC DISASTER
Ordina questa roba qua[Wu Ming 1 dice:]

Finalmente è uscito - link lo annunciavamo qui - l'album degli Switters, Current Trends In The Contemporary Italian Music Disaster, link Improvvisatore involontario, 2008.

Ricordiamo chi sono gli Switters:
"Sono degli stronzi, dei guastafeste, dei rompicoglioni. Sono gli sturalavandini del giezz, idraulici liquidi che sgorgano le condutture. Sono la bustina che si getta nel water per sciogliere i residui della fossa biologica. Sono gente che si prende soddisfazioni. Sono le menti migliori della degenerazione."

Vincenzo Vasi
al basso e theremin (a sinistra nella foto).
Francesco Cusa alla batteria (al centro).
Jòraku Gianni Gebbia al sax (a destra).

Nel 2004 portarono in tour New Thing, il mio romanzo solista trasmutato in reading/concerto.
link qui potete ascoltare/scaricare cinque tracce da quella tournée .

Nel 2007 Francesco Cusa fu il primo musicista a comporre link una possibile colonna sonora di Manituana.

Switters a fine concerto
Poiché avevo scritto le note di copertina per il precedente album The Anabaptist Loop (2005), la band mi ha chiesto di ripetere la cosa. Ho ascoltato le tracce, mi sono entusiasmato e ho deciso di andare oltre. Mi sono prodotto in un vero e proprio "comizio" contro gli aspetti più consolatori e scoreggioni del jazz italiano. Comizio nel quale mi auspico una cura "pol-pottiana in senso buono" per il giezz, e presento quest'album come il primo passo in tale direzione.

Quella roba mi hanno chiesto di registrarla, e oggi è il primo brano di Current Trends.
Chi è iscritto al nostro podcast lo ha già ascoltato.
link Gli altri possono goderselo qui.
Il cd costa quindici eurelli.
E link per contattare la band c'è maispèis.

STORYTELLING
Copertina StorytellingSTORYTELLING. L'INFORMAZIONE SECONDO LUTHER BLISSETT

Un libro importante.
Lo ha scritto Luca Muchetti.
L'introduzione è di Tommaso De Lorenzis.
Arcipelago edizioni, 2008, pagg. 232 (fitte), € 12,80.
Si può link ordinare qui.
Qui sotto, ne scrive Wu Ming 5.

Ai tempi dell'Avanbardo, io battevo tutt'altre piste. Ma siccome le piste di Luther Blissett erano molteplici, intricate, si affastellavano come steli di achillea e percorrevano il territorio in maniera capillare, capitò anche a me di incrociarle.
Ricordo che il primo a parlarmi delle derive psicogeografiche fu il cantante della mia vecchia band.
Ricordo che disse: "Vanno in giro e chiedono alla gente: lei dove pensa che io debba andare?"
Non molto tempo dopo conobbi diversi esponenti della colonna bolognese. Stavano scrivendo un romanzo storico.
Da quel momento in poi sono stato esposto a massicce dosi di aneddotica Blissettiana, e ho potuto farmi un'idea della consistenza e del valore del progetto da una posizione privilegiata, di quasi-internità.
Avevo ancora aree di incertezza, rispetto alle ascendenze e alla fase aurorale del progetto. Le mie lacune sono state tutte colmate da questo lavoro di Luca Muchetti, che ripercorre la storia fin dalle origini, fin dalle performances di Harry Kipper, fin da River Phoenix e dalle seminali trasmissioni su radio K centrale, le stesse che suscitavano interesse anche in esponenti attempati dello street punk bolognese come i Nabat di allora. "Però, sborone" pensavamo.
La forza del progetto era quella di significare qualcosa, in modo trasversale e imprendibile, per persone di estrazioni socioculturali lontanissime. Io e i miei compari di allora eravamo stati nel punk fin dagli inizi, fin da quando per tutti il vero punk era quello di New York, e in questa storia del Condividuo sentivamo odore di punk, ci sembrava che nell'esperienza ci fossero massicce dosi di quell'attitudine che ci aveva coinvolto molti anni prima. In più a me piaceva la fantascienza. L'idea di un individuo multiplo, da indossare come un vestito (e i vestiti, per noi, determinavano lo stile) aveva qualcosa di anticipatorio, suonava come una promessa.
Voglio tranquillizzare tutti, però. Il libro non è per certo un'operazione sulla memoria. Non si può, per fortuna, essere reduci di Luther Blissett. Anche se il cuore di quell'esperienza ha a che fare con gli stupefacenti e lontanissimi anni '90 italiani, occorre dire che Luther Blissett si muove ancora, ci sono ancora musicisti, agitatori, performer che utilizzano il nome, e tra i pregi dell'analisi di Muchetti (e dell'introduzione di De Lorenzis) c'è quello di non ossificare, di non sentenziare, di riconoscere da subito l'imprendibilità di Luther Blissett, di muoversi in sostanziale accordo con la poetica variegata ma paradossalmente coerente espressa dal Nostro Eroe nel corso della sua attività.
L'analisi di Muchetti presenta un altro motivo di interesse. Wu Ming è visto qui in relazione diretta con questa fase, e non si tratta solo di una filiazione temporale. Scritti e prese di posizione del collettivo vengono fatti risuonare con i precedenti, con i prodromi risalenti all'epoca Blissett, in modo che l'attività dell'attuale band di autori è interpretata in sostanziale continuità. Non si tratta di una tesi scontata.
Una lettura consigliata, e non parlo pro domo mea, visto che allora la mia casa era un'altra.


APPUNTAMENTI E VARIE
Nuova edizione 54 PREMIO SALGARI. Come già sapete, Manituana è nella terzina di romanzi finalisti al Premio Emilio Salgari.
Con noi ci sono La strategia dell'Ariete, del collettivo Kai Zen e I miei mari di Folco Quilici. Nel fare la selezione, la giuria deve aver pensato alla frase di Arbasino, secondo la quale in Italia lo scrittore attraversa tre fasi: brillante promessa, solito stronzo, venerato maestro. Decidete voi dove collocarci rispetto agli altri due... La premiazione arriverà a settembre, in base ai voti raccolti tra i lettori del territorio.
Intanto, venerdì 23 maggio, Wu Ming 4 presenterà Manituana insieme a Luca Crovi, nel corso di una "cena salgariana": h. 20:30, ristorante Enoteca "Il Covolo", Piazza Vittorio Emanuele 2, Sant'Ambrogio di Valpolicella (VR)
Maggiori info link qui e link qui.

TRAILERS FILM FESTIVAL. Il booktrailer di Manituana, invece, parteciperà alla rassegna Booktrailer Factory del Trailers FilmFestival di Catania, in programma dal 25 al 27 settembre.
link
L'elenco delle opere selezionate è qui.
Come regista del nostro trailer viene indicata genericamente la WM foundation. In realtà il video è stato realizzato da Andrea Alberti, web designer di manituana.com (nonché co-autore, nel 1994, del volto "ufficiale" di Luther Blissett), con le musiche di Paul Pieretto dei Settlefish.

LIBRINCHIOSTRO. Sabato 24 maggio, la link Compagnia Fantasma interpreta un reading da link Previsioni del Tempo, con musiche di Wu Ming 5.
Lo spettacolo è all'interno di LIBRINCHIOSTRO - Festival delle Piccole Librerie del Quartiere San Vitale. A Bologna, in Vicolo Bolognetti 2. link Il programma completo è qui.
Cercheremo di mettere nel podcast una registrazione dell’evento.

FRANCIA 1. Il 24 maggio, Wu Ming 2 parteciperà alla link "Odyssée des lecteurs" di Martigues, 20 km da Marsiglia, per parlare di Guerre aux humains e New Thing insieme a Serge Quadruppani, che ha tradotto in francese i due romanzi e dirige l’ottima collana di letteratura italiana presso le edizioni Métailié.

FRANCIA 2. Se non è anticonformismo questo... Andare a Parigi e link per un'intera intervista dire che la Francia è un Paese più arretrato dell'Italia! :-O

EINAUDI SUPERTASCABILI. E' imminente la riedizione nei SuperET di Guerra agli Umani e 54.
La nuova copertina di quest'ultimo la vedete in alto a destra.
Da masturbarcisi sopra.
Prendendo qualche precauzione, ovvio.


E in quel posto a chi ci vuole male.