Indice di Giap #9, VIa serie - L'esempio è contagioso
e si diffonde, si diffonde, si diffonde - 30 maggio 2005
1. Votare sì anche per Giulia
2. Addendum a "La prima volta che ho visto i
fascisti"
3. Dall'India: il Calcutta Telegraph su Q!
4. In giro per il web: due interviste, anzi,
tre
5. Tommaso De Lorenzis su Asce di guerra
6. Radio Inciquid
7. Copyleft e carta riciclata: l'esempio è
contagioso e si diffonde
8. Curve e fascismo: dopo il caso Triestina
[Mettetevi comodi ché da leggere ce n'è...]
1-----------------------------
VOTARE SI ANCHE PER GIULIA
[Ricevo questa lettera da un'amica che di recente ha avuto
un po' di sfighe ma non ha mai smesso di tener duro e lottare e - insieme
al suo compagno - è un esempio per quelli che la conoscono. Ne
avrebbe fatto volentieri a meno, ma non si lamenta. Spesso ci deprimiamo
per contrattempi di media entità, quando non per vere e proprie
cazzate. Ammettiamolo, siamo tutti un po' dei fighetti... A paragone di
esperienze come quella di Giulia, molti nostri "problemi" si
fanno piccoli piccoli, ciò che sembrava solido svanisce nell'aria.
Ora la lotta di Giulia si innesta su una lotta più vasta, e ciascuno
di noi può dare un contributo: la lotta per il sì al referendum.
Non è per niente una questione astratta, è una questione
di vita o di morte, di dignità e diritti. Invito a diffondere questa
lettera, e a sconfiggere nell'urna il disegno oscurantista. WM1]
La lettera di Giulia è qui:
http://www.carmillaonline.com/archives/2005/05/001391.html
2-----------------------------
ADDENDUM A "LA PRIMA VOLTA CHE HO VISTO I FASCISTI"
E' on line un nuovo pdf, con undici testimonianze pervenute dopo il 25 aprile
scorso (Claudio Cucinelli, Lorenzo Cassata, Matteo Polizzi, Alessandro Gazoia,
Saverio Fattori, Daniela Finizio, Mariasole Ariot, Steve, Alessandro, Andrea
Martini e Anna Luisa) più un saggio scritto dallo storico Andrea
Rapini.
Rapini si occupa di giovani, movimenti, memoria e antifascismo dal Dopoguerra
ai giorni nostri. Tra le sue pubblicazioni: I fondamenti simbolici del
dopoguerra: rotte dell'antifascismo in Italia, Francia e Germania,
Fondazione Salvatorelli, Marsciano 2004, e Antifascismo e cittadinanza.
Giovani, identità e memorie nell'Italia repubblicana, Bononia
University Press (di imminente pubblicazione). Gli abbiamo chiesto di commentare
le testimonianze de La prima volta che ho visto i fascisti, ha accettato
e ha scritto un gran bel testo. Lo ringraziamo di cuore.
> http://www.wumingfoundation.com/italiano/outtakes/antifa/addendum_fascisti.pdf
3-----------------------------
DALL'INDIA: IL CALCUTTA TELEGRAPH SU Q!
> http://www.telegraphindia.com/1050527/asp/opinion/story_4792866.asp
4-----------------------------
IN GIRO PER IL WEB
Due interviste, anzi tre.
La prima, infatti, è doppia. La trovate su Ayaaaak,
sito-community dei fans dei fumetti Bonelli. Wu Ming 2 e il disegnatore
Onofrio Catacchio, pungolati da Alessandro Vicenzi (tenutario del blog
http://buonipresagi.splinder.com)
raccontano la genesi del fumetto La ballata del Corazza, tratto
dall'omonimo "racconto open source" scritto l'anno scorso da
WM2 + tanti altri. Ricordiamo che il fumetto è pubblicato con dicitura
copyleft su carta riciclata al 100%, sbiancata senza uso di cloro.
Già che c'è, WM2 parla anche del nuovo romanzo collettivo,
in questi misurati termini:
"Per la prima volta da quando ho cominciato questo mestiere, mi capita
di pensare al romanzo che sto scrivendo e di avere paura. Paura di non
essere all'altezza. La storia è ambientata durante la Guerra d'Indipendenza
delle Colonie d'America (1776). La storia è un pretesto per mettere
le mani sul mito fondativo della nazione guida dell'Occidente: capire
cos'è andato storto e quali potenzialità, invece, sono state
sacrificate. La storia non ha alcun riferimento all'Italia: è scritta
per una dimensione internazionale, per farsi leggere e apprezzare anche
in Inghilterra, negli Stati Uniti. Quest'ultimo aspetto impone un rigore
nelle ricerche e nella ricostruzione che fa tremare i polsi. Se ne usciremo
vivi, credo proprio sarà valsa la pena."
> http://www.ayaaaak.net/sezione1/articolo.asp?sez=10&art=205
***
L'altra intervista è stata rilasciata dall'intero
collettivo alla scrittrice Angela Scarparo, animatrice della webzine www.ilpostodeilibri.it,
e anche qui troverete dichiarazioni molto lucide, come questa:
" Chi se la tirava cinque anni fa, di solito se la tira ancora, ma
in alcuni casi non ce l'ha più." ?
Al momento, non sappiamo ancora per quanti giorni, l'intervista si trova
qui:
> http://www.ilpostodeilibri.it/#2
Poi finirà nell'archivio dei numeri arretrati.
5-----------------------------
TOMMASO DE LORENZIS SU "ASCE DI GUERRA"
Nei primi venti giorni di presenza in libreria, la nuova
edizione di "Asce di guerra" ha già venduto il 20% del
distribuito. E' una significativa ripartenza, per un libro già
pubblicato, che nel periodo 2000-2001 aveva venduto circa sedicimila copie
ed è scaricabile gratis dal nostro sito ormai da cinque anni.
Tommaso De Lorenzis ha recensito la nuova edizione su L'Unità di
sabato 28 maggio. Ora l'articolo è sul sito, per la precisione
qui:
> http://www.wumingfoundation.com/gallery/tommaso_adg_2005.htm
P.S. A cura di TDL sta per uscire un'edizione critica di Duri a Marsiglia
di Giancarlo Fusco (1915-1984, scrittore e giornalista, studioso della linfa
nera che nutre le piante carnivore della cronaca). La pubblica Einaudi Stile
Libero.
6-----------------------------
RADIO INCIQUID
Da un po' di tempo i nostri "cugini" iQuindici
(www.iquindici.org),
oltre alla newsletter, fanno anche un programma radio. Le prime due puntate
sono scaricabili qui:
> http://audio.amisnet.org/inciquid01.mp3
> http://audio.amisnet.org/inciquid02.mp3
7-----------------------------
L'ESEMPIO E' CONTAGIOSO E SI DIFFONDE, SI DIFFONDE,
SI DIFFONDE!
(SPAPEROPOLI, COPYLEFT, CARTA RICICLATA, DE MICHELE, BRIZZI...)
Segnaliamo che, per i tipi di Valter Casini editore, è
appena uscito Spaperopoli, il romanzo di Gianbattista Schieppati
letto e "spinto" da iQuindici. La storia di questo romanzo è
interessante, un'intera comunità ha lavorato per renderne possibile
la pubblicazione. Luciano Pagano di Musicaos riassume la vicenda recensendo
il libro:
> http://www.musicaos.it/interventi/2005/100_schieppati.htm
Il libro è pubblicato con dicitura copyleft. L'esempio è
contagioso e si diffonde, si diffonde, si diffonde.
***
E', com'è ovvio, pubblicata in copyleft anche l'antologia
Copyleft, pubblicata da Gaffi Editore. Se ne parla sul blog del
collega Franz Krauspenhaar:
> http://www.uffenwanken.splinder.com/post/4877646
Tutti i libri di questo editore hanno la dicitura copyleft e sono pubblicati
su carta riciclata al 100%, sbiancata senza uso di cloro. L'esempio è
contagioso e si diffonde, si diffonde, si diffonde.
***
Sta per uscire per Einaudi Stile Libero Scirocco,
il nuovo romanzo di Girolamo De Michele. E' il romanzo di cui Tre
uomini paradossali costituiva il prequel. Occhio, ché questo
ha seicento pagine!
Riportiamo la notizia perché Scirocco è pubblicato
con dicitura copyleft, su carta riciclata al 100% (ça va sans dire,
sbiancata senza uso di cloro), e con la stessa dicitura a favore del prestito
bibliotecario gratuito apparsa per la prima volta in "New Thing"
di Wu Ming 1. L'esempio è contagioso e si diffonde, si diffonde,
si diffonde.
***
L'ultimo romanzo dell'amico Enrico Brizzi (Nessuno
lo saprà. Viaggio a piedi dall'Argentario al Conero, Strade
Blu Mondadori) è pubblicato su carta riciclata al 100%, sbiancata
senza uso di cloro. L'esempio è contagioso e si diffonde, si diffonde,
si diffonde.
A proposito: benvenute Maia e Altea :-)
> http://www.enricobrizzi.it/
8-----------------------------
[Ne avevamo parlato qui:
> http://www.wumingfoundation.com/italiano/Giap/giap8_VIa.htm#striscione
A questo proposito, riceviamo da un giapster di lungo corso e volentieri
pubblichiamo:]
|
Cari Wu Ming,
svegliate il can che dorme. Approfittando anche di una giornata anomala
mi permetto un commento/sproloquio alla questione dello striscione, e
così ne approfitto anche per congratularmi con WM1 per la recente
paternità, e con tutti per il lavoro. Ho visto la nuova edizione
di "Asce di guerra". Bellissima.
Il fatto che ci sia un comunicato in italiano comprensibile che osa persino
un pensiero - discutibile, ma frutto di un minimo di approfondimento -
, un'argomentazione, è inusitatamente positivo in un contesto come
quello dirigenzial-amministrativo del calcio italiano, in buona parte
ridotto a puro reality, spesso nella totale assenza di legalità.
Non è infatti possibile "giudicare sull'entità della
multa", perché non esistono regole, si naviga a vista nell'arbitrio
più totale.
Parentesi: il piano spudorato della banda è questo: gli stadi italiani
fanno cagare da tutti i punti di vista, e non si può fare il supercalcio
televisivo "safe and trendy" con questi stadi qua. Bisogna rifarli.
Costo: 100-150-200 milioni di euro. Paga Galliani? Paga Moratti? Paga
Moggi-Giraudo-Bettega? Paga il calcio? Neanche per idea. Quindi? Quindi
mandiamo avanti maschera-di-ferro Carraro, ci candidiamo agli europei
2012, così diventa emergenza nazionale, e ci facciamo su una bella
finanziaria. A prescindere, direbbe qualcuno. Occhio. Chiusa parentesi.
Ma mi interessa di più il contesto. A Trieste ci sono stato due
volte, ormai anni fa, era una partita abbastanza sentita. Ero un ragazzino
e di politica sapevo poco e niente mi interessava, ma in curva gli cantavamo
"Tito, Tito" e "Jugoslavia, Jugoslavia". Francamente,
in curva sono sempre stato tra i più "studiati", e se
io coglievo appena il senso di quello che dicevo, posso immaginare quanto
consapevoli fossero gli altri. Ma cazzo, arrivare a Trieste, in cento,
con tutto lo stadio che ti fischia, magari prima ti hanno preso a sassate,
magari ci sono stati dei precedenti, cosa fai? Provochi. E come provochi
a Trieste? "Tito, Tito". Poi gli canti "Triestino pezzo
di merda", ed è la stessa cosa.
Può darsi che lo striscione i triestini l'avrebbero messo lo stesso,
ed è certo che è una tifoseria connotata a destra (anche
se è una destra chiaramente "campanilistica"), ma è
sicuro che il fatto che di là ci fossero i modenesi, le Brigate
gialloblù, loro connotate a sinistra, che infatti hanno prontamente
risposto a tono, ha sicuramente cancellato eventuali esitazioni.
Questo per dire che, secondo uno che in curva ci va da trent'anni, e da
dieci cerca anche di pensarci su, la 'dimensione ultras' è sempre
più importante di quella politica. In curva tutto diventa subito
un'altra cosa, e giudicare, o cercare di capire quello che succede in
curva con i parametri normali è inesorabilmente fuorviante.
Se avete voglia, ho ampiamente sproloquiato qui:
> http://www.bloggers.it/embycicleta/index.cfm?blogaction=article_list&idCanale=tifare%20contro
Qui sotto un estratto sul tema:
-----------------begin--------------------
Prendiamo la curva di destra per antonomasia, che è Verona (non
certo i laziali, sempre mooolto vicini in qualche modo al potere e a "li
sordi"). A Verona, in curva sud, dietro lo striscione delle Brigate
Gialloblù, si è sedimentato il Veneto Front Skinhead; uno
dei personaggi più noti della curva negli anni Ottanta, Pasetto,
è finito in Parlamento (AN, 1994: fu coinvolto nell'aggressione
a Paissan); le Brigate accolsero un giocatore di colore con lo striscione
"el negro i ve la regalà, dasighe lo stadio da netà"
(trad. "il negro ve l'hanno regalato, dategli lo stadio da pulire".
Temo di ricordare che il giocatore venne prontamente ceduto ad altra squadra).
Tanto per dirne qualcuna.
Eppure, eppure, secondo me le Brigate Gialloblù non erano un gruppo
politico di estrema destra. Erano un'altra cosa. Prima di tutto erano
ultras. Sono stati - volenti o nolenti - uno dei principali gruppi della
scena ultras italiana negli anni Ottanta. Chi scrive è un mantovano,
sedicente di sinistra, difficilmente tacciabile quindi di simpatie per
degli ultras veronesi di destra. Ma sarebbe patetico negare il fascino
che esercitava quella curva. Succedeva di tutto, in curva sud, dovevi
entrare due ore prima, c'era gente che vomitava, gente che sfondava, gente
che arrivava da dietro e si buttava sulla folla, tedeschi enormi, e piovevano
mazzi di persone verso i gradini più in basso.
Le Brigate Gialloblù erano violente, cattive, razziste, drogate
e ubriache, ma erano anche originali, imprevedibili, divertenti, erano
i veronesi tuti mati, erano quelli che avevano i modi del tifo inglese,
mutuati in gran parte dai tifosi del Chelsea, le sciarpone, un certo tipo
di cori. Erano le Brigate Gialloblù, l'unico gruppo italiano sciolto
d'autorità dalla magistratura perché dichiarato associazione
a delinquere, nel 1991, dopo un'ennesima giornata nera, un Verona-Milan,
che portò a dodici arresti, e appunto alla condanna per associazione
a delinquere. La risposta fu un curva vuota, e un solo striscione: "non
12, ma 5000 colpevoli".
-----------------end--------------------
Mi scuso per la noiosità (per fortuna mi faccio vivo ogni due anni)
e vi saluto.
Giovanni
|