54 - commenti dei lettori
fine giugno - inizio luglio 2002


Mamma mia ragazzi che bel libro! Uno di quei libri che muori dalla voglia di sapere come finisce ma non vuoi finirlo perchè poi ti mancherebbero troppo Pierre, Steve Concrete, Kociss il re di Agnano, Ettore, Cary, tutto il bar Aurora, tutti, tutti,tutti. E vorresti stare lì con loro, e vorresti che il racconto fosse eterno... E piangi quando alla fine leggi le parole: Castro Ruz. E tutti gli spazi vuoti, i non detti, i lasciati a intendere nei quali sei tu il protagonista attivo del romanzo. Tu con la tua fantasia riesci a costruire e ricostruire la storia. E la vostra capacità di rendere così bene quello che il lettore ha dentro ma non sa esprimere. E la capacità di descrivere Napoli (scusate, ma è la mia città) come solo un napoletano potrebbe fare.... Il libro è da rileggere. C'è da farvi davvero i complimenti. Avrei milioni di cose da dire....so che verrete a Napoli tra pochi giorni..sarò lì. bravi. E grazie. "se non fosse che a una cert'ora deve chiudere, vien da pensare che resteremmo lì sempre" forse una delle frasi più belle e vere che abbia mai letto.

C.G. 25/06/2002

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Letto in una decina di giorni per non arrivare impreparato al "Sardinian Tour". Preso in prestito dal bibliotecario che ancora non l'aveva nemmeno catalogato. Una premessa: avendo già letto tutti i saggi di L***** B******* e le opere di Wu Ming compresi i racconti in rete, non mi aspettavo certo di venire sorpreso dalla lettura. Infatti non c'è stata sorpresa, ma solo gioia nel leggere un romanzo diverso dagli altri vostri e in genere dagli altri romanzi italiani che escono in questi anni. La mole, innanzi tutto: quasi settecento pagine, ma ben ritmate, veloci, spiazzanti. I capitoli brevi non saranno mai abbastanza apprezzati, per quel tipo di narrativa. Affezionano il lettore, consentono pause tattiche, fanno tirare il fiato. Il piacere della lettura non sta nel non mollare mai il libro, secondo me, ma nel mollarlo il più tardi possibile. Le trame: per motivi "politici" e di studio ho trovato più affinità con le vicende bolognesi, coi partigiani del "dopoguerra", col PCI. A questo proposito vorrei dire a chi pensa che ci sia troppa politica nei vostri romanzi (con particolare riferimento ad "Asce di Guerra") che non ha ben chiaro il punto. La politica è tutto, in certi periodi più che in altri. In quel periodo lo era. In questo pure. E pazienza se non va bene. Quando cadranno le bombe e i sassi devieranno ben altre pallottole e si apriranno le patrie galere un po' per tutti quelli che non si riconoscono in "DioPatriaFamiglia" ne riparleremo. Forse. Le sorprese: ce ne sono tante, anche se a volte sono un po' "telefonate", come un tiro di Hakan Sukur. Ad esempio l'incontro con l'avvocato a Città del Messico forse forse non ci sta tanto bene, ma non saprei neanche io perchè. Bisogna dire che, nonostante le bastardate dell'Espresso, tante altre se ne trovano e non me le ricordo nemmeno tutte. Personaggi: il mio preferito è Bottone. L'uomo giusto al posto sbagliato. Fosse per me lo impiegherei in ben altre stanze... Ultima cosa: consiglio a tutti di partecipare alle presentazioni, e di prepararsi a ore di dibattito. Acquisto consigliato. saluti,

F.D.M., 27/06/2002

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Ho letto 54. E' la prima vostra opera che leggo su carta. L'elettronica sarà una gran cosa, ma la sensazione della carta fra le mani è una parte non minore del piacere della lettura. D'altra parte su Liberliber e su Gutenberg ho trovato un sacco di roba (incluso Q) che altrimenti non avrei letto, o perché non più reperibile in libreria, o perchè semplicemente mi era sfuggita. 54 mi è piaciuto parecchio. Lo stile sembra meno unitario di Q ( talvolta si avvertono le cuciture). La storia sta benissimo in piedi ed è occasione per vedere la Storia come dire dal didentro.
P.M:, 8/07/2002


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