Per Lawrence scrivo da solo – Intervista su “Io Donna” del Corsera
E se il mito d’Arabia avesse incontrato a Oxford tre scrittori, reduci dalla Grande Guerra? L’esercizio di fantasia diventa romanzo. Autore: Federico Guglielmi, uno dei Wu Ming. Il n.4
di Monica Vignale
Federico Guglielmi (meglio noto come Wu Ming 4) ha incontrato T.E. Lawrence (meglio noto come Lawrence d’Arabia) in Corsica. Era l’estate del 2003. Non capita a tutti, evidentemente, di portarsi in vacanza un memoriale di guerra dato alle stampe sessant’anni prima. Ma si sa come sono gli scrittori. Guglielmi si è lanciato a capofitto nella lettura de I sette pilastri della saggezza, il racconto bellico del colonnello inglese che ha guidato la rivolta araba contro i turchi. E ammette che non è stato per caso. “Qualche mese prima c’era stata l’invasione dell’Iraq. Senza quella coincidenza forse l’idea del romanzo non mi sarebbe venuta”. Il romanzo è Stella del mattino, appena pubblicato da Einaudi nella collana Stile Libero Big.
Quattrocento pagine su Lawrence d’Arabia, uno dei personaggi più affascinanti e controversi di tutti i tempi.
“Un mito più attuale che mai: in Gran Bretagna se ne discute ancora animatamente settant’anni dopo la morte. L’interrogativo è lo stesso di allora: che facciamo col Medio Oriente, liberiamo o sottomettiamo? Del resto gli inglesi, fino a pochi mesi fa, erano asserragliati a Bassora esattamente come nel 1920…”
Il tuo eroe è misterioso e ambiguo. Furbo e ingenuo, puro e perverso.
“Impossibile imbattersi nella sua storia e restare indifferenti. Anche il grande cinema ha provato a raccontarlo in un film straordinario diretto da David Lean. All’inizio pensavo a una biografia, poi mi sono reso conto che se l’era scritta da solo travestendola da racconto di guerra. Così ne ha fatto un’opera narrativa che racconta l’eroe da varie angolazioni e diverse prospettive.”
Siamo in una libreria di Bologna. Sugli scaffali ci sono Q, 54 e Manituana, i titoli che hanno reso Wu Ming (ex Luther Blissett) il collettivo di narratori più famoso d’Italia. Famoso, ma senza volto. Non a caso Wu Ming 4 siede al bar della libreria senza che nessuno lo riconosca. Classe 1973, maniere sobrie, aspetto da poeta romantico e deciso a non alimentare il mistero che da sempre accompagna il gruppo bolognese. “Basta leggere il nostro sito web per sapere i nostri nomi. Andiamo in giro a fare le presentazioni, i lettori possono guardarci negli occhi.” Verissimo. Ma visto che dei Wu Ming non esistono immagini (“Non ci piace farci fotografare”) e nemmeno note biografiche (“Non aggiungerebbero nulla”), e visto che nonostante la popolarità crescente loro resistono stoicamente alle sirene della celebrità, la chiacchierata acquista inevitabilmente il sapore di un evento fuori dal comune.
Vi chiamate tutti Wu Ming più un numero. Tu sei il 4. L’enigma aiuta la promozione?
“E’ vero, ma non è la spiegazione della scelta. Più banalmente: t’immagini una copertina con cinque nomi e cognomi? Tempo che li dici tutti, il libraio s’è addormentato. Una sigla ci voleva. Nel mio caso poi si aggiunge equivoco a equivoco: il vicedirettore del Mucchio selvaggio è mio omonimo. Già così capita che io riceva complimenti per la sua rivista di musica rock e lui per i nostri romanzi.”
Vi definiscono guerriglieri comunicativi. Siete quelli del copyleft: i vostri libri si possono scaricare gratis su Internet. Conviene?
“E’ dimostrato: una copia scaricata dal web ne fa vendere dieci in libreria.”
Per voi lo svantaggio è dividere i proventi per cinque…
“Ma il vantaggio è notevole: difficile che capiti a tutti contemporaneamente la crisi della pagina bianca, vuoi mettere?”
A te di recente non è capitato di sicuro. Hai scritto un romanzo da solista: stai per abbandonare il gruppo?
“Assolutamente no. Tra poche settimane torneremo a sederci tutti e cinque attorno al tavolo per riprendere la trilogia sulla rivoluzione americana: il seguito di Manituana, uscito nel 2007.”
Esiste davvero un tavolo?
“E’ l’unico bene di proprietà del collettivo. Grande e ovale, sta in casa di uno di noi. Ci vediamo lì, imbastiamo la trama. Poi ci distribuiamo la stesura dei capitoli, che rivediamo insieme. Funziona come coi compiti a casa.”
Siete una band ma suonate tutti lo stesso strumento.
“Ma non tutti allo stesso modo. Amalgamiamo le voci, le adattiamo. C’è un grande sforzo di coordinazione.”
Un miracolo possibile solo fra amici?
“Il metodo presuppone molta affinità. Ci conosciamo da anni, e condividere la storia comune è indispensabile. Ma non siamo un convento francescano: ci sono idiosincrasie, come in tutte le famiglie.”
In Stella del mattino Lawrence cambia la vita dei tre scrittori che s’incontrano nel romanzo, Robert Graves, Tolkien e C.S. Lewis. Tutto vero?
“Graves è stato suo amico, gli altri no. Ho ipotizzato cosa sarebbe successo se quattro giovani reduci della Prima guerra mondiale si fossero incontrati a Oxford nel 1919. Tutti impegnati a esorcizzare l’indicibilità della guerra con la scrittura. La folgorazione è arrivata lì. Volevo scrivere un romanzo sulle molte anime dell’eroe, solo dopo mi sono reso conto che ne stavo scrivendo uno sul valore terapeutico della scrittura.”
La stessa medicina che ha messo insieme i Wu Ming, ex universitari che si sono incontrati nel clou dei fermenti culturali bolognesi degli anni Novanta. Ora sono padri e cercano di sbarcare il lunario con la scrittura. Figli permettendo: nel collettivo ne sono nati quattro.
Ma si può vivere di pura scrittura, per di più dotta e raffinata come la vostra?
“Ci stiamo provando, anche con recensioni, articoli e conferenze. All’estero siamo abbastanza richiesti. Scontato aggiungere che non si diventa ricchi: non immaginateci a Beverly Hills.”
(Intervista apparsa sul settimanale Io Donna, supplemento del Corriere della sera, n.18, 3 maggio 2008)
Maggio 4th, 2008 at 21:09
…giusto un commento per dirvi che apprezzo i vostri libri come nn potete nemmeno immaginare, e che non appena finirò Manituana (appena iniziato) passerò a Stella del mattino.
Seguiranno commenti (spero positivi)
Maggio 5th, 2008 at 09:16
Il mio non sarà certo il giudizio di un critico raffinato, ma sono entusiasta dei vostri libri e della vostra politica culturale. Vi tengo continuamente…d’occhio!
Auguri.
Maggio 12th, 2008 at 19:29
“Stella del mattino ” l’ho comprato questo sabato, per ora sto imbastendo un piccolo rito pre-lettura, annusando la rete riprendendo i vari appunti sparsi nel tempo.
“54″ e “new thing” li ho trovati fantastici, lucidi e stimolanti gli articoli del vostro sito…ma ci son rimasto malissimo nello scoprire che quella di wu-ming 4 è solo un’omonimia con l’F.G. che mi fece scoprire il punk-hardcore con volumetto monografico su numero estivo di “rumore” (amore d’infanzia)…vabbeh, nessuno è perfetto
Maggio 12th, 2008 at 22:58
…figurati come ci sono rimasto io quando trovai il mio nome su quell’allegato! Penso di conservaro ancora da qualche parte…
Maggio 19th, 2008 at 23:39
forza ragazzi siete i più grandi…anche presi uno alla volta.
volevo fare i complimenti all’intervistatrice. finalmente qualcosa di discreto e gustoso da leggere…sinceramente non credevo che io donna….