“Serviva coraggio. E Wu Ming 4 ha dimostrato di averne da vendere.”

Due recensioni di Stella del mattino, che affrontano il libro da due diverse angolazioni.
La prima, scritta da Monica Mazzitelli, è sul sito di Giuseppe Genna. Si intitola “Stella del mattino romanzo beyond-gender“. Eccone uno stralcio:

Stella del mattino è un romanzo sentimentale* che mette una pietra tombale sopra le distinzioni di genere, nel senso che è “beyond-gender”: smette di porsi il problema. Una narrazione con profondità e sensibilità femminile che descrive atti virilmente maschili messi a fuoco su protagonisti spesso omosessuali [...] Il fulcro di Stella del mattino è il valore dell’amicizia, del cameratismo in senso letterale. Poesia degli affetti che restano incontaminati anche nella puzza marcia delle trincee, e perfino nel tradimento. Grandi tradimenti generati da grandi amori… Continua qui »

La seconda recensione è di Tommaso De Lorenzis ed è apparsa su L’Unità di oggi, 11 maggio 2008. La riportiamo di seguito.

GRAVES, TOLKIEN E LEWIS A OXFORD CON LAWRENCE D’ARABIA

Si leva nell’ora della sospensione la Stella del mattino, illuminando sentieri di transito, nell’istante in cui il conflitto è finito, ma la pace è di là da venire. Tacciono i cannoni. Si ratificano trattati. Eppure, per chi ha conosciuto l’Orrore, niente è concluso. E forse non è un caso che le parole «conflitto» e «pace» descrivano tanto i rapporti tra gli Stati, quanto gli stati dell’animo. Allora è questione d’equilibrio. Una pagina in più e Wu Ming 4 avrebbe arruolato il suo primo romanzo da solista sotto le insegne della letteratura di guerra. Un rigo in meno e avrebbe chiesto asilo al crepuscolare genere dei reduci.
Invece, Stella del mattino è un romanzo della Terra di Nessuno, dello spazio compreso tra due trincee, dove «mucchi di ossa, corpi a brandelli, arti buttati alla rinfusa» si mischiano agli equivoci significati d’un tempo intermedio. Abbozzi di scelte e vuoti d’incertezza, fantasmi del passato e pallide intuizioni, frantumi d’identità e idee labili che la mente non trattiene… è questa Oxford alla fine del 1919: un piano inclinato della Storia, del mondo e dell’anima dove si ritrovano gli scampati del primo conflitto mondiale. Ed è tra i ranghi dei sopravvissuti che militano Robert Graves, JRR Tolkien e Clive Staples Lewis detto Jack. Tutti e tre sono ben lontani dal conoscere la gloria che li consacrerà nell’Olimpo delle lettere. Tutti e tre sono ancora segnati dal fango del fronte e dal dolore straziante delle perdite. A ciascuno i suoi spettri. A ciascuno la sua sofferenza. E tutti alla ricerca d’una cura. Ammesso che esista.
Uno per tutti e tutti per uno. È in deroga a questo motto che Wu Ming 4 muove i personaggi nei luoghi della celebre università britannica, lasciando che si sfiorino appena, ma ghermendoli con un incantamento assai più potente dell’azione comune: l’incantamento della leggenda. Già, perché in letteratura, dopo Dumas, non c’è tre senza quattro. E il quarto in questione è Lawrence d’Arabia, l’uomo dai mille nomi e dai cento volti, l’inglese che ha guidato la sollevazione degli arabi contro il dominio turco. Ma se Thomas Lawrence torna a “casa”, allora tutto può succedere. E dove per i tre di Oxford c’è la Terra di Nessuno, per l’archeologo prestato alla guerra c’è stato il deserto, distesa infinita che materializza sogni. Dall’intreccio di queste figure scaturisce un plot perfettamente centrato sul contrappunto dei punti di vista. Il termine di paragone è sempre lui: il colonnello Lawrence. Così, la prospettiva si triplica. A ciascuno il suo modo di vedere le cose, o – meglio – di specchiarsi nel mito. E se la “versione” di Robert s’impasta d’amicizia, quella di Ronald cerca le mediazioni allegoriche della lingua. A Jack, invece, non rimane che l’astio. E se Graves ritroverà la fermezza, Tolkien scoprirà la congenita doppiezza dell’uomo. A Jack, invece, non rimarrà che l’amaro sapore di un’unica verità. Per tutti, però, è arrivato il tempo delle scelte.
Costruito su un doppio piano temporale che alterna il presente narrativo ai flashback della guerra di Lawrence, Stella del mattino è una misurata ed elegante opera d’intreccio, capace di trovare il punto di fusione tra azioni e dialoghi, tra schermaglie dialettiche e battaglie nell’orizzonte smisurato della desolazione, tra gli usi di un milieu intellettuale e i costumi dei nomadi guerriglieri. Non era facile. Ci voleva senso delle proporzioni per non peccare da una parte o dall’altra. WM4 c’è riuscito egregiamente, componendo il romanzo solista “più” Wu Ming che un Wu Ming abbia scritto finora. Ci sia concesso ritrovare, nel rovescio del racconto, quegli slittamenti d’identità, quell’infinito declinarsi dell’archetipo, quelle traiettorie epiche, quella guerriglia come spiazzante erranza anti-dialettica che hanno segnato la poetica dell’atelier di scrittura. Pur ammiccando alle linee invisibili di uno spartito meta-narrativo, l’autore si ferma prima del novel of talk e gira alla larga dalle secche del romanzo a tesi. Ma fa di più, offrendo una personale chiave di lettura dell’Ispirazione, presentando le Muse nelle deformate vesti dell’Incubo e collocando il lenimento taumaturgico delle parole a latitudini esistenziali differenti. Non dev’essere stato semplice per un convinto assertore d’una concezione artigianale della letteratura. Come non dev’essere stato semplice scivolare nella cupa avversione del giovane Lewis per il folk hero. Serviva coraggio. E Wu Ming 4 ha dimostrato di averne da vendere.

13 Responses to ““Serviva coraggio. E Wu Ming 4 ha dimostrato di averne da vendere.””

  1. Jules Says:

    Spero non sia eccessivamente off-topic ma volevo segnalare, per chi non l’avesse visto stamattina, una puntata molto interessante de “La storia siamo noi” su RAI3 dal titolo “Promesse & Tradimenti: la Gran Bretagna e la lotta per la Terra Santa”.
    Un ulteriore documentario dettagliato e ben fatto sugli eventi della Prima Guerra Mondiale, rivolta araba e accordi segreti franco-inglesi, sionismo e nazionalismo arabo.
    Probabilmente la renderanno disponibile anche on-line.
    Saluti

    >> http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/index.aspx

  2. Monica Mazzitelli » Blog Archive » Recensione a “Stella del mattino” di Wu Ming 4 Says:

    [...] sul sito di Giuseppe Genna ripresa anche dalla Wu Ming Foundation, nella sezione dedicata al [...]

  3. monica Says:

    Molto bella e interessante questa recensione di Tommaso… C’è una piccola cosa che non ho voluto mettere nella mia versione “ufficiale”, che stavo aspettando di mettere da qualche parte e credo che dopo le parole di Tommaso questo sia il posto migliore e più intimo per esprimerla: credo che SDM sia anche una “dedica” al collettivo Wu Ming. Non penso solo ai contenuti, come li evidenzia bene Tommaso, ma proprio nel valore dell’amicizia, della condivisione, nello starsi –virilmente- vicini, nel trovare forza l’uno dall’altro, fare a turno nella debolezza, fare a turno nel mandarsi a fare in culo. Credo sarebbe una forzatura inutile cercare il who is who dei personaggi del romanzo nel collettivo, penso sia invece il modo in cui affiora l’amicalità che narra tra le righe, celebrandola, la forza collettiva di Wu Ming. È una cosa che mi ha emozionato molto nella lettura.
    Ora l’ho detta ;-)

  4. Wu Ming 4 Says:

    Beh, non è reato dirla… :-)
    Nessun who is who, ma in effetti credo che tu abbia ragione. Soprattutto se si tiene conto di una cosa.
    Con alterne fortune, sbattimenti, fatica, divertimento, gloria e miseria, il collettivo Wu Ming è ancora qui. Intendo dire che anche se non è sempre rose e viole, siamo ancora vivi, in carne e ossa, e siamo ancora in piedi come ensamble. Non era mica scontato. Non è lo stesso per diversi compagni di viaggio, noti e meno noti, siano essi singoli individui o gruppi organizzati. Certo non abbiamo attraversato la Prima Guerra Mondiale, ma se pensiamo a quello che è successo tra il 2000 e oggi a noi, al paese, al mondo, non c’è poi tanto da scherzare e non è implausibile che una certa “sovrapposizione” affettiva, sentimentale, tra allora e oggi, tra loro e noi, alla fine traspaia.

  5. Anna Luisa Says:

    A proposito di “valore dell’amicizia, della condivisione, nello starsi –virilmente- vicini, nel trovare forza l’uno dall’altro…” e in riferimento al motto *Tutti per uno, uno per tutti* c’è una domanda che da anni avrei voluto fare e non ho mai osato. Ora però credo che”questo sia il posto migliore e più intimo per esprimerla”. La domanda è: ma all’epoca delle Tute Bianche, perché in prima fila a prendere le botte dagli sbirri (in Italia, Messico, Israele…) c’era sempre e solo Wu Ming 4?

    Ora l’ho detta ;-)

  6. WM1 Says:

    Beh, a Genova, partendo dal Carlini, furono messi in prima fila i più alti e meglio piazzati. Ma quel giorno, in via Tolemaide, non fu più questione di prime file: non soltanto le botte, ma addirittura il tiro di cuoia lo rischiò ogni singolo manifestante, davanti, dietro, di lato al corteo.
    Se non ricordo male, a Tel Aviv Wu Ming 4 non le prese (al contrario del povero Agnoletto), e in Messico nemmeno.
    E’ che cercavamo di dividerci le missioni. Poco prima di Genova, io andai a Québec per la manifestazione pan-continentale contro l’ALCA. La polizia ci caricò tutto il giorno, ma nemmeno io presi manganellate. L’anno prima, al NO-OCSE, subimmo la carica tutti e cinque. Quel giorno, in una pausa del corteo, seduti sui caschi, facemmo addirittura una riunione per “Asce di guerra”! Siamo proprio dei workaholic.

  7. Anna Luisa Says:

    Ma wu ming 1 mi hai dato una risposta serissima! Il tono del mio post era ovviamente ironico e faceva bonariamente il verso a Monica che nel suo commento è molto appassionata (Monica sei un’inguaribile romantica!). In realtà proprio leggendo il post di Monica, quasi per contrasto, mi è venuto in mente un buffo episodio di quel periodo:Forlì, inverno 2001, presentazione di *AdG*, alla mia domanda “ma dov’è Federico?” mi risponde Wu ming 1 dicendo con fare ironico “è tornato dal Messico (marcia Tute Bianche+Marcos) da poco ed è dimagrito di 4 chili” e intanto… azzanna una fetta di crostata all’albicocca dal peso di due libbre!!

    Scena simile a Bologna per la presentazione di *54*:”ma dov’è Federico?” Risposta di Wu ming 1: “sta tornando d Israele, lo hanno espulso!” ;-)

    Ma povero wu ming 4…

    Insomma, il mio commento si riferiva a questo. Tutto qui.

  8. WM1 Says:

    Sì, era chiaro, la mia risposta non era poi così serissima, è che mi hanno rotto le palle gli emoticon, li voglio usare il meno possibile, e col tuo commento mi hai avviato una catena di ricordi di cariche di polizia, tanto da volere socializzarli. Rispetto ai due aneddoti che citavi, ce n’è però uno che fa da contrappeso: Wu Ming 4 che da solo presenta “Manituana” nei pressi di Forlì (a Modigliana, per la precisione) e mentre parla gli arriva dal Canada l’sms di Wu Ming 5 che dice: “SIAMO DAVANTI ALLA TOMBA DI JOSEPH BRANT” (in quel momento io lo ricevo uscendo dalla palestra, dopo un’ora di qigong, sono energeticamente risplendente e quell’sms è la ciliegina sulla torta del panteismo in cui mi sto beando). WM4 legge l’sms e comunica alla platea: “In questo momento due di noi sono in Canada, di fronte alla tomba di Joseph Brant”, e dal pubblico gli rispondono: “Sì, e tu invece sei a Modigliana!”.

  9. Anna Luisa Says:

    …hem, hem, in realtà non era più una platea (l’incontro era da poco terminato e la sala in parte si era svuotata) ma un piccolo capannello di persone rimasto di cui anche io facevo parte… hem, hem quella frase-lo confesso- è partita da me e in un attimo si è trasformata in un piccolo sfottò corale, ovviamente affettuoso.

    Avevo dimenticato l’episodio… eh ma cavolo, voi 5 vi raccontate tutto!

  10. monica Says:

    Non era scontato per niente esserci ancora come collettivo anzi, ci sono molti gruppi di amici che non riescono neanche a vedersi per giocare a calcetto oltre i trent’anni, figuriamoci fare un lavoro creativo insieme; soprattutto dopo che ciascuno ha dimostrato di essere bravo anche da solo. Insomma, è difficile ma voi tenete duro per favore. E non dico questo perché sono romantica (con due divorzi in archivio non me lo potrei manco più permettere ;-) ) o appassionata, ma perché ho bisogno di voi, e di Giap.
    Io e il paesedimmerda.

  11. Monica Mazzitelli » Blog Archive » Wu Ming 4 - Stella del mattino - Il making of Says:

    [...] pensato di girare questo booktrailer appena letto il romanzo e averlo recensito. C’erano emozioni provate nella lettura che ho cercato di tradurre in parole e altre per le quali [...]

  12. Stella del mattino » Blog Archive » Enrico Franceschini di Repubblica consiglia “Stella del mattino” + book trailer! Says:

    [...] pensato di girare questo booktrailer appena letto il romanzo e averlo recensito. C’erano emozioni provate nella lettura che ho cercato di tradurre in parole e altre per le quali [...]

  13. Stella del mattino » Blog Archive » L’orizzonte condiviso del Deserto. Trauma e Mitopoiesi: Lawrence d’Arabia e Stella del mattino di Wu Ming 4 Says:

    [...] Come ha scritto Tommaso De Lorenzis nella sua bella recensione apparsa sul quotidiano “L’Unità” dell’11 maggio [...]

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