Wu Ming a Bergamo: “Cosa vuol dire marxismo in questo momento?”
Chi ha avuto occasione di incontrarci in più tappe dei nostri tour sa che ogni presentazione è diversa dall’altra. Certo, vi sono domande ricorrenti o addirittura immancabili (“Come fate a scrivere in quattro?”), e alcune risposte possono essere simili, toccare gli stessi punti. Nel complesso, però, ogni dibattito fa storia a sé: cambiano i contesti e le atmosfere, cambia la rappresentanza del collettivo, e prima o poi giunge la domanda inattesa che sposta il dibattito lungo strane direttrici. Una presentazione può essere più tesa e “politica”, la seguente più distesa e letteraria; gli scambi possono essere rapidi e ridanciani, oppure meditati e serissimi; possono esserci applausi a ogni frase (!) o rispettoso silenzio fino alla fine. A volte leggiamo dei brani, a volte no. Dipende da tanti fattori.
Il centro sociale “Pacì Paciana” di Bergamo ci ha spedito l’mp3 della presentazione del 15 gennaio scorso. Dopo averlo ascoltato, abbiamo deciso di proporvelo. E’ stata una serata particolare, con domande mai compiacenti, anzi, alcune fasciate in guanti di sfida, soprattutto nella seconda parte. Sfida intellettuale, s’intende. Voglia di sapere “come la mettiamo” su certi argomenti e certi aspetti del nostro lavoro.
Inoltre, è stata una discussione tutta maschile. Di solito le questioni più importanti, le domande più intriganti, gli input più stimolanti vengono dalle donne. Stavolta, invece, nel “Che fare?” di alcune domande echeggia un’inquietudine da orfano che ci sembra molto maschile, uno smarrimento della dimensione “militante”/militare. E proprio con aneddoti militari risponde il collettivo (*). C’erano Wu Ming 2 e Wu Ming 5. Dura un’ora e cinquantuno minuti. Potete scaricare il file zippato (133 mega) oppure ascoltarlo in streaming.
Per la cronaca: stasera – venerdì – WM2 e WM5 sono a Parigi, WM1 – più modestamente – a Livorno (per i dettagli cfr. il calendario).
* L’aneddoto sul generale Li, narrato da Anne Louise Strong nel suo reportage Cina rossa (1949):
«I Giapponesi circondarono di sorpresa il Quartier Generale di Li ed egli dovette tagliare subito la corda durante la notte. “Alleggerite il vostro bagaglio”, ordinò. “Buttate via tutti i libri. Buttate via Marx, buttate via Lenin e Stalin, buttate via Mao Tze-tung. Seppellite i libri, li recupererete dopo.” Alcuni soldati mormorarono: “Ma dobbiamo portare con noi il nostro marxismo.” “Compagni”, disse Li, “che cosa significa marxismo in questo momento? Significa proprio che quando occorre darsela a gambe bisogna correre più in fretta.»
Qui “marxismo” sta per qualunque strategia vitale, proprio come in Altai gli ebrei – lo ricorda WM2 nella presentazione – siamo tutti noi.