ALTAI
Il nuovo romanzo di Wu Ming

Un inatteso articolo su Riforma, settimanale dei protestanti italiani

Written on 20/03/2010 – 1:40 am by Wu Ming
Coi forconi, dio bono!
Utter Bliss

MOLTITUDINI
mp3, 160 kbps, 13,4 mega, 14:48

Sonorizzazione del proclama
link
Dalle moltitudini d’Europa in marcia contro l’Impero
(maggio 2001)

Anna Rispoli – voce recitante;
Antonio Amorosi – voce suonante;
Massimo Carozzi – ingegneria sonora.

«…Un manifesto: non so più dove l’abbia letto o come sia venuto nelle mie mani per la prima volta. A metà pagina c’era scritto: “Siamo l’esercito dei contadini e dei minatori di Thomas Müntzer…”»

Ci voleva un pastore protestante. Ci voleva Herbert Anders, pastore battista che abbiamo conosciuto di recente alla Spezia. Ci voleva un suo articolo sul mensile Riforma, per “schiudere” il nostro vecchio proclama “Dalle moltitudini d’Europa in marcia contro l’Impero” (2001), levarlo dalle pastoie chiliastico-millenaristiche in cui lo avevamo imprigionato, e “riabilitarlo” ai nostri stessi occhi.

Su quel testo, è noto, noi abbiamo fatto un’autocritica politica, ma non ne abbiamo mai negato la forza espressiva, né abbiamo disconosciuto il desiderio da cui nasceva. Non è tanto nell’appello, quanto nel nostro brandirlo come arma in quei giorni pre-Genova, nell’utilizzo contingente a cui lo avevamo piegato, che abbiamo rinvenuto caratteri tipici della “tecnicizzazione del mito” (espressione introdotta da Karoly Kerenyi e poi utilizzata da Furio Jesi).

Il testo in sé era leggibile anche in altri modi, sotto altri aspetti. Ad esempio, parlava di quel che è comune, di ciò che appartiene a tutti ma di cui i Signori vorrebbero appropriarsi. Acqua, aria, terra, conoscenza. C’era una genealogia – e una teleologia – della resistenza alle privatizzazioni, cioè alle usurpazioni. Resistenza che Anders rintraccia, recupera ed esplicita nel cuore stesso del Vangelo e di una Riforma che “semper reformanda est”, stabilendo anche collegamenti con la “Teologia della liberazione” latino-americana (Ernesto Cardenal, Gustavo Gutiérrez etc.)

L’articolo s’intitola “Condividere i saperi con gli ultimi” ed è apparso sul numero di Riforma del 12 marzo scorso. Lo riproponiamo in pdf qui.

Non è la prima volta che il settimanale dei protestanti italiani si occupa del nostro lavoro. Undici anni fa Riforma ospitò una polemica a puntate, un confronto teso tra chi aveva apprezzato Q (Antonio Di Grado, valdese, docente di Letteratura italiana all’Università di Catania) e chi invece lo aveva detestato (Giorgio Tourn, storico, biblista e pastore valdese), con un terzo intervento del pastore Mauro Pons che iniziava così: “Una parola su Q se si può ancora ragionare e non scomunicare.” Tutto quel dibattito è archiviato qui.

Altai scaricabile; Sogno, visione e utopia; Il falco e la gallina

Written on 15/03/2010 – 4:50 pm by Wu Ming

SCARICA ALTAI. Sono trascorsi esattamente quattro mesi dall’uscita di Altai in libreria. Il romanzo naviga verso le 50.000 copie. Sono in corso trattative per i diritti di traduzione inglese e francese. Il tour di presentazioni prosegue più intenso che mai e si concluderà solo ai primi di giugno. Insomma, il motore ruggisce che è un piacere.
E noialtri che facciamo, riposiamo sugli allori? Col cazzo! Anzi, pigiamo sull’acceleratore. Infatti, a partire da oggi, Altai è scaricabile dal sito in diversi formati:
DOC, ODT, PDF e – novità – ePUB.
Tutto gratis, come ogni volta. Puoi scaricare e chi s’è visto s’è visto, ciao, non ci devi niente.
Se però pensi che questo sforzo di apertura, questa politica di copyleft che portiamo avanti da tanti anni, meriti una ricompensa, un incoraggiamento, un feedback, un… “controdono” da parte tua, puoi usare PayPal per mandarci qualche scellino. Così, per la nostra bella faccia. Basta cliccare sull’icona a destra.
Nota bene: può fare una donazione anche chi non ha una carta di credito, basta un conto corrente.

***

SOGNO, VISIONE  E UTOPIA IN ALTAI. A volte si firma “Sandokan” ma è Luca Giudici l’autore di questa densa e suggestiva lettura di Altai. Allucinazioni, paesaggi onirici, profezia, utopia: la funzione di tutto questo in Altai e nella nostra opera. Riproduciamo l’inizio del testo:

«Altai è, come è noto, l’ultima fatica dell’autore collettivo noto come Wu Ming. Dell’opera si è già lungamente parlato e lo stesso blog che gli autori le dedicano è ampiamente esaustivo di tanti aspetti non direttamente affrontati nel testo. Questa mia nota vuole affrontare l’opera sotto la cifra interpretativa del sogno. Questo è da intendere sia nel suo significato puramente onirico, che in quello di desiderio, utopia. Vorrei mostrare che – sulla scia della lettura di Ernst Bloch, delle sue interpretazioni del fenomeno degli anabattisti e di Thomas Müntzer (l’ambiente di Q) e della sua speciale concezione dell’utopia – Wu Ming traccia un filo rosso tra il percorso di El Israel, il popolo eletto, ed il sogno come desiderio umano, che filtra da un inconscio, solo parzialmente nascosto da un velo trasparente di coscienza.
La cifra originaria, il motore di questo percorso carsico che percorre la storia delle dodici tribù di Beniamino attraverso la Storia maiuscola, è il sogno di Giuseppe.
La storia di Giuseppe, figlio di Giacobbe, e dei suoi fratelli, è narrata in Genesi 37 – 50, ed è una delle più feconde espressioni della potenza narrativa del testo biblico. E’ assolutamente nota, in tutte le sue parti, nonostante la lettura del testo riveli ai più dettagli che nella vulgata normalmente diffusa spesso sono rimasti in secondo piano.
Comunque non è l’esegesi biblica che interessa a Wu Ming, bensì il potenziale evocativo posseduto da questa narrazione nella storia del popolo d’Israele.»
Prosegue qui.

P.S.
A quasi trent’anni dall’ultima riedizione (1981), il cruciale saggio di Ernst Bloch Thomas Müntzer teologo della rivoluzione (scritto nel 1921) è stato appena ripubblicato da Feltrinelli, a un prezzo economico (nove euro). Fossimo in voi ne approfitteremmo. Fu una delle letture fondamentali durante la preparazione di Q e – credeteci o no – è un’opera utile, oggi in Italia, come mai altrove. Read the rest of this entry »

MADONNA BOMBARDIERA!

Written on 22/02/2010 – 3:32 pm by Wu Ming

Non è una bestemmia livornese, ma un affresco del XVII secolo, dipinto nella navata destra della Chiesa di Santa Maria, sul colle di Pazzalino, quartiere di Pregassona, Lugano.
La Madonna, Gesù Bambino e un angioletto bombardano la flotta ottomana a Lepanto, 1571.
Ce ne ha parlato per la prima volta un lettore ticinese, durante la presentazione di Altai al CSOA Il Molino. Finora abbiamo trovato solo questo particolare. Qualcuno di voi ha l’immagine completa?
Di recente, alcuni esponenti del clero locale hanno proposto di rimuovere l’affresco, perché una scena del genere non è compatibile con un luogo santo e potrebbe offendere la sensibilità dei musulmani.
Wikipedia dice: “lo stesso soggetto è ripreso nella chiesa del convento domenicano di Santa Maria Assunta a Santa Maria Rezzonico“.
Se conoscete altre immagini simili, segnalatecele. E ricordate: Dio è amore.

E ora, una miscellanea di segnalazioni, recensioni, diramazioni transmediali e interviste. C’è addirittura un gioco di carte ispirato a Q! Read the rest of this entry »

Una palla da cogliere al balzo: la recensione di Altai su Medioevo

Written on 17/02/2010 – 8:33 pm by Wu Ming

[Da queste parti c'era voglia di tornare in modo più approfondito su alcuni punti "teorici" toccati nelle discussioni su Altai: l'Altro, i rapporti oriente-occidente, stereotipi e preconcetti disseminati nella storia scritta dai vincitori... Pensavamo a una serie di post un po' "densi", però comprensibili. La domanda era: come impostare il discorso senza inutili pesantezze? L'estratto dal prossimo libro di Zizek su antisemitismo e fondamentalismo era un primo, interlocutorio passo nella direzione che avevamo in mente, ma sentivamo la necessità di un input esterno.
Due giorni fa ci è arrivata una lunga recensione apparsa sull'ultimo numero di Medioevo (rivista di grande diffusione), recensione in cui ci si imputa un inconsapevole "orientalismo" (oltre a una scelta di campo... filo-veneziana) e si mettono in fila diverse inesattezze. Era un'opportunità per chiarire alcune cose, e abbiamo colto la palla al balzo. Ogni stroncatura è un'occasione da non perdere. Di seguito, riportiamo il testo del prof. Marco Di Branco, docente di Storia bizantina alla Sapienza, seguita da alcune considerazioni di Wu Ming 4. Ringraziamo Di Branco per l'attenzione e l'opportunità che ci ha concesso.]

Da “Medioevo”, anno 14, n. 2, febbraio 2010:

UN INCONSAPEVOLE “ORIENTALISMO”
Ambientato all’epoca della battaglia di Lepanto, il romanzo storico degli autori di Q sembra riproporre alcuni dei più diffusi stereotipi occidentali legati alla rappresentazione dei musulmani

di Marco Di Branco

Dopo il meritato successo di Q, ambientato all’epoca della Riforma luterana e delle grandi rivolte contadine guidate da Thomas Müntzer, Wu Ming, il collettivo di scrittori che al suo esordio si firmò “Luther Blissett”, torna nel mondo del suo primo libro con un romanzo storico: Altai. Questa volta, al centro della narrazione c’è il sogno di Joseph Nassi (o Nasi), il potente Ebreo portoghese amico e consigliere del sultano ottomano Selim II, deciso a costruire a Cipro la Nuova Sion, “la casa comune dei fuggiaschi e degli spiriti liberi”, fondata sulla tolleranza e sulla concordia. La vicenda, che prende le mosse da Venezia nel 1569, quindici anni dopo l’epilogo di Q, si dipana fra Dubrovnik, Tessalonica, Costantinopoli e, appunto, Cipro, e trova la sua spettacolare conclusione nelle acque di Lepanto, dove il 7 ottobre 1571 avviene lo “scontro finale” tra la flotta cristiana di Don Giovanni d’Austria e quella musulmana guidata dall’ammiraglio Müezzinzade Ali Pasa. Fra intrighi, assedi, battaglie e storie d’amore, il racconto procede in maniera non di rado avvincente verso un finale un po’ scontato, soprattutto per i lettori “informati sui fatti”, così come scontate e stucchevoli sono alcune delle similitudini e metafore di cui il testo trabocca (“l’alba giunse come un riscatto”; “la città era splendida come una sposa”; “Il cielo è un incendio di porpora e oro”…). Read the rest of this entry »

Monoteismo, minaccia, menzogna, miseria, movimento: le 5 “M” di Altai

Written on 14/02/2010 – 2:46 am by Wu Ming
[Abbiamo ricevuto (da Cosenza) questo saggetto su Altai, firmato "writersblock" e pubblicato anche qui. L'autore ci autorizza a usare il suo nome e cognome: Domenico Bilotti. Proponiamo il testo a lettori e lettrici perché contiene spunti interessanti.]

Mia madre aveva disposto che crescessi da buon ebreo, fedele alla Torah, ma era andata in un altro modo. Fin da ragazzo, alla scuola del rabbino avevo preferito il porto, e alla noia dei midrashim il rude conversare dei pontili”. [35]

Accogliendo l’idea che del resto il Collettivo Wu Ming ha inteso difendere (“Altai” più come sviluppo storico-cronologico di taluni personaggi di “Q” e non mero sequel della precedente e fortunata opera), le linee interpretative attraverso le quali questo nuovo testo può esser accostato sono numerose. Tuttavia, anche per non tradire la radicalità delle storie ivi raccontate, sembra che almeno cinque tematiche di fondo percorrano senza soluzione di continuità l’intero svolgersi dei fatti: il monoteismo, inteso non come componente liturgica ma come caratteristica fenomenologica delle tre confessioni religiose in conflitto o in rapporto (Ebraismo, Cattolicesimo romano, Islamismo) ed anche come riserva di esclusiva su e contro interpretazioni religiose eretiche; la minaccia, come promessa di attacco, come montare collettivo di un clima di tensione, come agitazione tumultuosa manovrabile; la menzogna, come merce di scambio del mercato politico; la miseria, come ambiente fondamentale entro cui si muovono i personaggi popolari del romanzo, gli sconfitti, gli ingannati, le masse che obbediscono o rivoltano; il movimento, tanto come idea dinamica di una narrazione itinerante, quanto come presupposto aggregativo che rovescia, o può rovesciare, il gioco di potere alimentato dalla menzogna. Read the rest of this entry »

Una recensione nel ventre della Bestia

Written on 02/02/2010 – 2:23 pm by Wu Ming

[Sul sito del TgCom (!)tgcom Maria Rosaria Iovinella recensisce Altai. A integrazione dell'articolo, un'intervista a noialtri stesa su tre schermate, in cui diciamo cose che, immodestamente, riteniamo di qualche interesse (almeno alcune)...]

ALTAI, IL “NON SEGUITO” DI CLASSE
Prova di forza letteraria per Wu Ming

Con “Altai”, ultimo lavoro edito per Einaudi, Wu Ming, collettivo di scrittori giunto alla fama con lo pseudonimo Luther Blissett, torna con un romanzo storico ad alto impatto, segno di una continuità di successo, pur nel cambiamento degli assetti interni e delle ambizioni letterarie. Con “Altai” compie una scommessa narrativa ma anche l’atto di una partita finale con il suo primo clamoroso successo, “Q”.
Muovendo dal desiderio di riconnettersi allo spazio temporale del primo libro, Wu Ming ripropone una vicenda storica complessa, spostando il baricentro degli eventi nel Mediterraneo delle contese tra Venezia e Costantinopoli. Il biennio di eventi politici e militari tra il 1569 e il 1571, che culminerà nella battaglia di Lepanto , è palcoscenico per chi sogna l’utopia di una nuova Sion e per chi cerca, tra le pieghe della storia, il senso a una vita lacerata, piegata a disegni di più grande portata. Il protagonista del romanzo, Manuel Cardoso, compie un percorso di personale ricognizione storica e psicologica, cercando nella causa cipriota di Giuseppe Nasi, potente ebreo alla corte del Sultano, il riscatto di una vita dominata dalla mancata accettazione delle origini e da una distorta adesione alla logica di Stato.

Il legame col mondo di “Q” si rivelerà importante ma non decisivo, avallando la perfetta autonomia del romanzo: una scelta che fa onore a Wu Ming. Il pubblico che ha amato il primo romanzo non ne avrebbe compreso una contaminazione forzata con un seguito molto diverso per atmosfera e dinamiche. Con un andamento narrativo incalzante ma fluido, dotato di quella forza intrinseca che viene dalla capacità di gestire una materia vasta con un uso apparentemente semplice dei mezzi espressivi, “Altai” è un buon esempio di grandezza per sottrazione: più contratto dal punto di vista narrativo, suona disteso e polifonico pur essendo minore il numero dei protagonisti sulla scena. Peculiare si rivela l’osmosi intellettuale ed umana tra i protagonisti, forse la vera spina dorsale di un libro dove nessun personaggio rinuncia alla possibilità di schiudere all’altro un orizzonte di crescita umana e disvelamento culturale.

Solo apparentemente meno virtuosistico, conferma la capacità di unire in una miscela credibile la fiction con il vero storico; occhio ai dettagli e ai protagonisti “minori”: un antologico Mimi Reis, esempio del lavoro sulla lingua, atto a perseguire anche una rappresentazione credibile della koiné linguistica in uso nel Mediterraneo dell’ epoca; ai quadri singoli dotati di un forte lirismo ( la partenza del carrubo di Dana e lo struggimento interiore di Manuel), alle morali suscettibili di attualizzazione (la parabola di Ismail, il protagonista di “Q”, sulla difficoltà di conseguire fini virtuosi con un uso opportunistico dei mezzi). Finale con nessun vincitore e molti vinti; si salva solo chi riesce a costruirsi un’utopia altra, svincolata dalla logica fagocitante del Potere .
TgCom ha intervistato il collettivo: “Altai”, ma non solo. Prosegue qui.

Leggere con le orecchie: Mompracem, Pietro Perna, la playlist di Altai…

Written on 10/01/2010 – 1:37 am by Wu Ming 1

tigri_mompracem_dellavalleTre segnalazioni, e hanno tutte a che fare con l’udito.

Il falco sull’isola della tigre. Il 13 dicembre scorso Mompracem, “settimanale avventuroso di letteratura” in onda ogni sabato sull’emittente bolognese Radio Città del Capo, ha dedicato un’intera puntata ad Altai. Ospite in studio: Wu Ming 4, intervistato da Jadel Andreetto alias “Kai Zen J”. L’mp3 è stato messo on line soltanto ieri, la puntata ci sembra ben riuscita, la conversazione tocca molti argomenti, insomma… Buon ascolto.

Pagella interpreta Perna. La presentazione di Altai a Torre Pellice (TO) dello scorso 5 dicembre è stata per molti versi memorabile. Intanto, l’abbiamo fatta dentro il tempio valdese. Non avevamo mai fatto una presentazione dentro un luogo di culto. Sì, ci è capitato di farne dentro ex-chiese, luoghi da tempo sconsacrati che avevano cambiato destinazione d’uso (l’ultima volta è stato a Perugia, nella bellissima ex-chiesa di S. Benvignate), ma mai in un luogo di culto attivo, epicentro di una comunità di credenti. Anni e anni a dare l’8 per mille ai valdesi, e alla fine qualche bonus arriva…
Inoltre, a introdurci e dialogare con noi c’era Micaela Procaccia, storica e archivista di stato, esperta di storia della comunità ebraica romana e di dialetto giudeo-romanesco, che ha dedicato parole commoventi a Manuel Cardoso e alla famiglia Nasi.
Infine, c’era l’amico Fabrizio Pagella, attore che da anni collabora con noi. Fabrizio è una delle voci dell’album 54 degli Yo Yo Mundi, ed è la voce del concerto-spettacolo tratto da quell’album. Da brividi l’interpretazione di Se muoio stanotte (Ettore alla Battaglia di Porta Lame), registrazione live al Leoncavallo, dicembre 2004.
A Torre Pellice, Fabrizio ha letto due brani da Altai: l’incendio all’Arsenale e l’apparizione in sogno di Pietro Perna (secondo intermezzo, “Tre giorni di febbre”). Read the rest of this entry »

Considerazioni politiche su Altai, nel decennale della nascita di Wu Ming

Written on 01/01/2010 – 2:38 pm by Wu Ming 1

IstanbulEsattamente dieci anni fa, il primo giorno di gennaio dell’anno 2000, nasceva il collettivo Wu Ming. Eravamo all’indomani del “Seppuku”, il suicidio simbolico del Luther Blissett Project. Q era uscito da dieci mesi. La “battaglia di Seattle”, primo rintocco di un’intensa stagione di conflitto, era freschissima nei ricordi di tutti (da quel 30 novembre era trascorso appena un mese).

Poco tempo dopo, mettemmo on line il nostro sito ufficiale, lo stesso sul quale – in questo preciso momento – leggete queste frasi. Dieci anni di ininterrotta presenza sul web, di discussione e confronto, di comunità aperta, di repubblica democratica dei lettori. Grazie a tutt* voi per averlo reso possibile.

Continuità e discontinuità tra allora e adesso. Modi diversi in cui Q (opera di ieri) e Altai (opera di oggi) elaborano lo spirito dei tempi.  Modi diversi di essere romanzi politici.
Bella questione. E’ la vibrazione di fondo di due recensioni di Altai uscite nei giorni scorsi. Read the rest of this entry »

Wu Ming, Falcones, Lerner: una lettura comparata – da L’Unità

Written on 23/12/2009 – 4:49 pm by Wu Ming

Gad LernerDa L’Unità del 23 dicembre 2009:

ROMANZI, SE LA TOP TEN PREMIA MARTIRI, VIAGGIATORI E RIBELLI
Tre autori. Il collettivo Wu Ming, Falcones e Lerner e il singolare filo rosso tra le loro opere

Tommaso De Lorenzis

Sono storie di perseguitati e proscritti, di esuli e dissidenti. Sono racconti di carneficine e massacri, di fughe precipitose e peregrinazioni estenuanti. Compongono le trame di tre titoli che, a dispetto della diversità di generi e stili, si richiamano in un gioco di suggestive assonanze, piazzandosi ai piani alti delle rispettive classifiche di vendita. Se l’accostamento tra La mano di Fatima dello scrittore spagnolo Ildefonso Falcones e Altai dell’atelier Wu Ming può risultare ovvio, inaspettata appare la corrispondenza tra la coppia di romanzi e Scintille, l’ultimo lavoro del giornalista Gad Lerner. Le analogie sul versante romanzesco dell’ipotetico trittico narrativo sono evidenti. Falcones e Wu Ming scelgono il XVI secolo come ambientazione dei loro intrecci, con uno scarto temporale praticamente nullo: in un caso siamo nella Spagna del 1568, nell’altro a Venezia nell’anno del Signore 1569. I due libri, quindi, si collocano agli antipodi del medesimo scacchiere politico. Le rivolte dei moriscos andalusi trovano un’eco nella Costantinopoli di Altai, mentre la presa di Cipro e la battaglia di Lepanto causeranno – anche se indirettamente – la sconfitta della sollevazione musulmana in Spagna. Tuttavia, al di là della pur significativa consonanza di contesto, suona stupefacente la somiglianza dei protagonisti. Read the rest of this entry »

Alessandro Barbero recensisce Altai su Tuttolibri

Written on 20/12/2009 – 10:07 pm by Wu Ming

Alessandro Barbero[Dopo Adriano Prosperi e Mario Galzigna, un altro storico si occupa di Altai, stavolta sul supplemento "Tuttolibri" del quotidiano La Stampa (edizione del 19 dicembre 2009). Barbero è docente di Storia medievale all'Università del Piemonte Orientale, oltre a essere un collega romanziere. Si è occupato anche di impero ottomano e di Solimano il Magnifico. Più volte, nello scrivere Altai, ad alcuni di noi sono venute in mente certe sue riflessioni su Carlo Magno, su Europa e Mediterraneo, sull’inizio della separazione tra oriente e occidente. Una sua splendida lezione sull'incoronazione di Carlo Magno, tenuta qualche anno fa all'Auditorium di Roma, è disponibile in mp3 sul sito delle Edizioni Laterza. Il riassuntino del dibattito sul New Italian Epic si poteva escindere dalla recensione senza che questa ne serbasse memoria, ma la recensione stessa è empatica, calorosa e non ha per niente il "braccino corto". Barbero è entrato in sintonia con il libro e con chi l'ha scritto, è bello che riconosca la nostra pietas nei confronti dei personaggi, ed è come minimo un atto di coraggio intellettuale (forse addirittura una provocazione punk) definire “meritatissimo” lo scuoiamento di Bragadin.]

Due gondole volano in cielo: è l’apocalisse di Venezia

Dieci anni dopo Q, i Wu Ming tornano ad affrontare in un romanzo, Altai, il calderone ribollente delle guerre e delle utopie cinquecentesche, in cui è sempre più facile riconoscere uno specchio dei nostri tormenti.
In questo decennio zeppo di eventi sinistri alcune cose sono cambiate, ed altre no. Il gruppo si è ritrovato al centro del dibattito su un «New Italian Epic» che riunirebbe molti diversi romanzi degli ultimi anni, fra cui opere degli stessi Wu Ming. Ad accomunarli, il rifiuto della frigidità postmodernista, l’accettazione senza complessi d’inferiorità dell’appartenenza ad un genere, come il giallo o il romanzo storico, e la capacità di parlare anche dell’Italia di oggi, direttamente o per la via obliqua del passato. Fra dibattiti, convegni, seminari e tavole rotonde, il nuovo romanzo esce portandosi addosso un bagaglio teorico e una visibilità virtuale che il primo non aveva, e non è facile leggerlo con la stessa freschezza e la stessa sorpresa. Read the rest of this entry »

L’Unità: “I Wu Ming ripartono da Q e riscoprono psiche e femminilità”

Written on 18/12/2009 – 7:33 pm by Wu Ming 1

testata_home[Su L'Unità on line di oggi. Titolo roboante! E anche impegnativo, non c'è dubbio. Ci ha un po' spaventati, e da buoni zotici abbiamo commentato su twitter: "Urge riequilibrio: gara di rutti su Skype!".
A parte le cazzate (ma "le cazzate sono importanti", diceva quel tale), la recensione di Monica Mazzitelli getta ponti, stabilisce collegamenti, è intrigante e merita di essere commentata.]

Due potenze a confronto: la Serenissima e l’Impero Ottomano di Selim II (Solimano II*) alla vigilia della battaglia di Lepanto, che segna l’inizio del tramonto dell’Impero d’Oriente. Il celeberrimo romanzo “Q” firmato Luther Blissett e scritto dall’ensemble narrativo che ha poi preso il nome di Wu Ming, si concludeva a Costantinopoli 15 anni prima dell’inizio di Altai (Wu Ming, Einaudi Stile Libero, 411 pagine, € 19.50). Ne condivide l’atmosfera e in parte la storia, senza esserne un seguito. Il protagonista è un nuovo personaggio che, come avveniva in “Q”, cambia nome e identità per ragioni di sopravvivenza ma anche di scelta: Emanuele De Zante, ebreo figlio di un ricco gentile veneziano, e agente segreto della Serenissima, è costretto a fuggire dalla sua città e rifugiarsi a Costantinopoli, dove riprende il suo nome d’infanzia: Manuel Cardoso. Lì è accolto dall’arcinemico di Venezia, l’ebreo Giuseppe Nasi, al quale finirà per dare supporto nel tentativo di costruzione di un regno per gli ebrei transfughi nel mondo. Read the rest of this entry »

Svarioni storici in Altai? “Botta” del Corriere del Veneto, risposta di Wu Ming

Written on 17/12/2009 – 12:52 pm by Wu Ming 1

Arsenale di Venezia[Si comincia a entrare nel merito, e noi ci andiamo a nozze! :-)
Sul Corriere del Veneto di oggi, 17 dicembre 2009, Beppe Gullino recensisce Altai. Lo recensisce positivamente dal punto di vista letterario, ma lo critica dal punto di vista ideologico, ed elenca alcune presunte sviste ed errori storici. Su un punto di natura lessicale ha ragione, e siamo d'accordo con lui. Su tutti gli altri punti, lo svarione non è nostro bensì, temiamo, del recensore. Ecco l'articolo e, a seguire, la risposta che abbiamo spedito al giornale.]

LA SERENISSIMA DI ALTAI E GLI SVARIONI STORICI
L’analisi del romanzo di Wu Ming sull’ «11 settembre» dell’Arsenale

Qualche giorno fa, su queste pagine, c’è stata un’intervista all’autore del recente, fortunato romanzo Altai. Ho detto autore, ma in realtà si tratta di un collettivo di quattro bolognesi che un tempo si firmavano «Luther Blisset» e ora «Wu Ming», forse in omaggio all’antica sentenza per cui «nemo propheta in patria», oppure all’incoercibile esterofilia di noi italiani. Ho letto questo romanzo perché parla della guerra di Cipro (1570-1573), di Bragadin, di Lepanto. Tutte cose che non possono non interessare a un veneziano, senza dimenticare che Cipro è questione europea, visto che, dopo la caduta del muro di Berlino, l’ultima cortina di ferro che resiste sul nostro continente è, appunto, il muro che divide in due l’isola di Caterina Cornaro: da una parte la Cipro greca, dall’altra quella turca. Read the rest of this entry »